La Regione si impegni per evitare la chiusura degli sportelli bancari a Rigutino e in altre località
Sulla questione delle desertificazione bancaria interviene il consigliere della Lega, Marco Casucci
“La Regione prosegua e rafforzi il suo impegno per evitare la desertificazione commerciale e finanziaria delle aree interne della Toscana. Impegno che da anni richiedo, anche alla luce della situazione nel territorio aretino, come nel caso di Rigutino. A breve prenderanno il via le attività dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria, nato su iniziativa della Commissione Aree Interne del Consiglio regionale. Un soggetto chiamato a monitorare l’andamento di questo preoccupante fenomeno, raccogliere e analizzare i dati relativi alle chiusure degli sportelli e promuovere soluzioni mirate a garantire la permanenza di servizi bancari anche nelle aree più svantaggiate. Non solo conoscere la realtà e l’evoluzione, ma anche e soprattutto studiare risposte in grado di disinnescare quel circolo vizioso che partendo dallo spopolamento e dall’interruzione di attività imprenditoriali, causa la chiusura di servizi essenziali a loro volta causa di ulteriore abbandono”.
Così il consigliere regionale della Lega Marco Casucci annunciando l’approvazione all’unanimità di una mozione in seconda commissione consiliare, elaborata anche grazie al contributo del consigliere regionale del Pd Mario Puppa, che impegna la Regione a contrastare il fenomeno della desertificazione bancaria nelle aree interne della Toscana.
“Nella nostra regione 26 comuni, per una popolazione di circa 46mila abitanti, non hanno più sportelli bancari sul territorio. A questi vanno sommate le frazioni di alcuni comuni più grandi, come nel caso di Rigutino dove la chiusura della filiale di Intesa Sanpaolo infligge un ulteriore colpo al tessuto economico e sociale della località, già segnata dalla cessazione di numerose attività commerciali. Filiale - ricorda il consigliere leghista - che attualmente serve una vasta area rurale, rappresentando per molti cittadini l’unico accesso fisico ai servizi finanziari, e la cui chiusura costringerebbe gli abitanti, molti dei quali anziani o con limitata familiarità con i servizi digitali, a spostarsi fino ad Arezzo, distante oltre 10 km. Un rischio che va scongiurato per garantire a tutti i cittadini di compiere azioni periodiche quando non quotidiane, come la gestione delle pensioni o dei pagamenti. A pagare il prezzo delle chiusure sono infatti le persone più anziane, i soggetti fragili e le fasce di popolazione meno digitalizzate, a cui si aggiungono i disagi arrecati alle piccole imprese agricole e commerciali che necessitano di un rapporto diretto e frequente con le banche. I margini per poter intervenire ci sono, la Regione si faccia trovare pronta”, conclude Casucci.
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