Dal 2010 a oggi dimezzato il numero dei cacciatori in Umbria
Tra le cause i costi troppo alti
Un numero in costante diminuzione, quello dei cacciatori in Umbria. Al momento sono rimasrtio 23.500 gli amanti della "doppietta", un numero quasi dimezzato rispetto alle 44mila doppiette registrate nel 2010. Ne sono mancate 20.500 in meno tre lustri, vale a dire il 46,6%. Rispetto al 2022, nel 2023 (anno dell’ultimo dato disponibile, nel 2024 il tesseramento è ancora in corso), sono passati da 27.000 a 23.500. Ossia 3.500 in meno. Numeri confermati dal presidente nazionale di Federcaccia, l’umbro Massimo Buconi. Che prova a spiegare anche perché il numero è calato così tanto. C’è una questione legata al Covid, che ha accelerato la discesa, visto che tanti non hanno rinnovato dopo lo stop forzato della pandemia. “Ma c’è anche un problema di costi da sostenere: una licenza costa 500 euro l’anno e la gran parte dei praticanti è in pensione. Non per tutti è facile sostenere queste spese. Per chi va a caccia al cinghiale - continua Buconi - si profila anche il pagamento della quota per la squadra dei cinghialisti”. Un costo non indifferente, se legato anche all’acquisto di arma e materiale vario, e non per tutti sostenibile. Poi ci sono le politiche disincentivanti, le apertura differenziate, gli attacchi di chi è contrario. La stagione, partita domenica 15 settembre, si chiuderà il 30 gennaio 2025, come previsto dalla legge nazionale. Nel mese di settembre, oltre alla giornata del 1° settembre, la caccia sarà permessa le domeniche 15, 22 e 29, così come i mercoledì 18 e 25 e i sabati 21 e 28. Dal 2 ottobre 2024, sarà possibile cacciare cornacchia grigia, gazza e ghiandaia fino al termine della stagione il 30 gennaio 2025. Sempre dal 2 ottobre caccia aperta anche al cinghiale.
Commenta per primo.