I Popolari primi in Ue, la maggioranza Ursula regge ma le destre avanzano
Ursula von der Leyen, Spitzenkandidat del Ppe, resta favorita per presiedere la Commissione europea
L'onda sovranista, stando alle prime proiezioni, travolge Emmanuel Macron e Olaf Scholz, colora di nero l'Austria e segna punti ovunque ma non sfonda al Parlamento Ue, dove la cosiddetta maggioranza Ursula, composta dai partiti filo-europeisti, regge con 398 seggi sui 720 totali. Le elezioni europee più importanti della storia del Vecchio Continente seppelliscono il governo transalpino (nuove elezioni sono state fissate già a fine giugno) e avranno conseguenze imprevedibili anche nelle politiche comunitarie.
La tornata elettorale certifica l'ascesa delle ali estreme ma, allo stesso tempo, premia i Popolari che si stagliano come primo gruppo nell'emiciclo di Strasburgo. Lieve la perdita dei Socialisti, netto invece il calo dei liberali e dei Verdi, che pagano le disastrose performance dei macroniani in Francia e dei Grune in Germania (dove l'Afd scavalca clamorosamente i socialdemocratici al secondo posto). Ursula von der Leyen, Spitzenkandidat del Ppe, resta favorita per presiedere la Commissione europea. L'ex ministra della Difesa tedesca ha atteso le prime stime dell'Eurocamera nel quartier generale del Ppe, attorniata dai dirigenti del partito.
I franchi tiratori, secondo le previsioni interne dei Popolari, potrebbero rappresentare il 15% dei voti teoricamente favorevoli. Ad Ursula serve una sponda. E, di fronte ai risultati di stasera, probabilmente non sarà rappresentata né da Fratelli d'Italia né da altre delegazioni del gruppo Ecr. Il Ppe, pressato dai Socialisti e dai liberali, ha deciso infatti di esplorare la strada che porta al dialogo con i Verdi, considerati di certo più digeribili dagli alleati filo-Ue. Il gruppo dei Greens non è un interlocutore facile: di certo vorrà delle garanzie sul Green Deal, di certo chiederà una netta demarcazione con il gruppo le destre Ue.
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