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Sestino: nel ricordo di Vittorio Dini, un convegno sulla civiltà appenninica

Introduzione a cura del sindaco Franco Dori: presente l'amministrazione di Monterchi

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La riedizione del volume “Luoghi e voce della memoria collettiva”, pubblicato nel 1993 a cura di Vittorio Dini, e ora riproposto dal Comune di Monterchi, è  stata l’occasione per fare memoria di personaggi e studi che hanno lasciato il segno nella Valtiberina e oltre essa.

Ne hanno parlato nello storico teatro “Pilade Cavallini” di Sestino, sabato 9 marzo, l’organizzatore Francesco Angelini (Università di Bologna), che poi  ha illustrato il tema  “Il valore economico e culturale  immateriale”; Augusto Ciuffetti (Università Politecnica delle Marche), Lorenzo Valenti (Presidente Società Studi Montefeltrani) e Marco Renzi, già ricercatore dell’Istituto Interregionale di Studi  e Ricerche  dell’Appennino, soffermandosi  sul tema “Dalla memoria collettiva all’innovazione per il futuro”. Erano presenti il sindaco di Monterchi Alfredo Romanelli e l’assessore Manuela Malatesta.

Dopo il saluto del sindaco di Sestino Franco Dori, nel dibattito è scaturito il ritratto fondamentale di Vittorio Dini, che intuì l’urgenza di affrontare sul declino della cultura contadina, l’importanza di fare memoria di essa con appositi studi su un’area caratterizzante: l’Appennino. Ciò attraverso una nutrita stagione di preparazione di operatori e di socializzazione di un progetto scientificamente corretto e che suscitasse interesse negli Enti  territoriali, nella scuola, nelle persone che ancora vivevano non increspate dalle avvisaglie della modernità anche sulle montagne appenniniche.

Ciuffetti ha sottolineato che oggi viviamo la “fine dell’Appennino” come spazio e come entità sociale, con il grave rischio di perdere i valori di quella società nel nome di una omologazione globale. In un contesto profondamente suggestivo - dal punto  di vista  culturale e sociologico in particolare - è emerso  che la memoria è un ponte tra passato e  futuro, non nostalgia. Basterebbe ricordare - ad esempio- che le cosiddette “aree interne” non sono sempre state marginali e anche non lontano da noi nel tempo, quando il nord si spopolava, le aree oggi “interne” si ripopolavano e avevano una loro economia peculiare basata sulla natura e l’ambiente.

Riassumendo l’intenso discutere, F.Angelini ha illustrato programmi  dell’Unesco e che pratiche sociali, riti, feste, tradizioni secolari – se non millenarie - sono e devono essere aspetti dell’economia: noi siamo dei  contenitori e questi piccoli mondi significano “economia”.

Lorenzo Valenti si è soffermato sulla identità dei territori “marginali”, i contenuti dei quali - monumenti, arte, musei, caratteristiche naturali come il Sasso  di Simone - ad esempio – sono valori turistici ed economici  in senso lato. Gli studi, pertanto, non possono essere dimenticati dalle politiche locali.

Marco Renzi ha esposto le caratteristiche delle interviste con gli anziani, le loro iniziali titubanze, poi la passione del voler raccontare, la scoperta di umanità e di aspetti culturali impensabili inizialmente, che hanno fruttato oltre 15.000 documenti cartacei, centinaia di storie di vita, di feste religiose, di fiere, di transumanze. N’è emersa anche una geografia di luoghi “sacri”, di ancestrali credenze come il “serpente regolo”, di “guaritori”, che erano il rifugio di ogni ammalato della comunità. Oltre 3.000 persone intervistate dall’Istituto Interregionale.

L’opera di Vittorio Dini è stata oculata e accolta in molte comunità, e spesso ha fatto comunque sorgere indirettamente iniziative autonome, che ancora oggi fioriscono, come i “Diari” di Pieve Santo Stefano, l’Università della terza età di Anghiari, gli studi della montagna pistoiese con la perdurante rivista “Nueter”, i “Quaderni milanesi”, attivati dal docente Attilio Agnoletti e le attività adriatico-romagnole sotto il nome di “Mer”.

Sestino ha beneficiato molto di questo mondo di studi e interconnessioni geografiche e occorre ricordarlo – in definitiva - perché le “comunità” possano avere una precisa identità anche nel mutare delle stagioni.

Redazione
© Riproduzione riservata
11/03/2024 18:18:32


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