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L’industria italiana sbanda. Allarme Istat: la produzione giù del 7,2%. Il caso dell’energia

Il calo più ampio da tre anni. Reggono l’auto e la farmaceutica

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Il caro prezzi limita la capacità di spesa delle famiglie e si abbatte con forza sulle imprese: l’industria italiana è in difficoltà e la produzione crolla per il quarto mese consecutivo. E’ questa la fotografia arrivata oggi dall’Istat: l’indice cala dell’1,9%, con «con diminuzioni estese a tutti i principali comparti». Il quadro è negativo anche su base trimestrale e su base annua, al netto degli effetti di calendario, si osserva una «caduta marcata» del 7,2%, la più ampia da tre anni. A livello settoriale è molto ampia la flessione per l'energia (-12,6% annuo) e i beni intermedi (-11%), i beni di consumo vedono una riduzione del 7,3% mentre risulta contenuto il calo per i beni strumentali (-0,2%).

Il quadro, sottolinea l'Istat, è negativo anche su base trimestrale. «Pure in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario - rileva l'istituto di statistica - si osserva una caduta marcata». Gli unici settori di attività economica in crescita tendenziale sono la fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,7%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+2,1%) e la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+0,6%). Le flessioni più ampie si registrano nell'industria del legno, della carta e della stampa (-17,2%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-13,6%) e nella fabbricazione di prodotti chimici e nella metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-10,9% per entrambi i settori).

Il quadro emerso oggi allarma le associazioni di consumatori. Il Codacons parla di «crollo verticale». «Ad aprile la produzione registra il quarto calo consecutivo, un dato che oramai non è più solo un segnale allarmante, ma una prova tangibile delle difficoltà che interessano il comparto industriale – spiega il presidente Carlo Rienzi – Preoccupano in particolare i beni di consumo che registrano una discesa senza freni, con una contrazione del -7,3% su base annua con punte del -8,3% per i beni durevoli, un dato su cui incide in modo evidente l’emergenza prezzi che attanaglia da mesi il nostro paese».

«A pesare come un macigno sull’industria italiana è proprio l’inflazione ancora alle stelle, con i prodotti più acquistati dalle famiglie che registrano una marcata crescita a due cifre dei prezzi, ed effetti diretti sulla spesa e sui consumi degli italiani – prosegue Rienzi – Per questo ribadiamo la necessità di intervenire sui prezzi al dettaglio, perché solo calmierando i listini sarà possibile tutelare la capacità di acquisto delle famiglie, sostenere i consumi e aiutare industria, commercio ed economia».

«Una Caporetto, sia per le nostre imprese che per il Paese. Altro che ripresa record. Non solo prosegue l'andamento negativo della produzione industriale per il quarto mese consecutivo, nei dati destagionalizzati congiunturali, ma la caduta è un burrone» afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.«Il crollo dei beni di consumo, -7,3% su aprile 2022, dimostra che manca una politica dei redditi e che urge ridare capacità di spesa alle famiglie, salvaguardando il loro potere d'acquisto, altrimenti gli italiani non consumano le imprese non producono» conclude Dona.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
09/06/2023 13:52:59


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