Al Bano: "So esattamente come è morta mia figlia Ylenia. E' Romina che non vuole accettarlo"

Il cantante da una versione dettagliata e certa di come sono andate le cose
Non ne aveva mai parlato così apertamente, spesso aveva scelto il silenzio o di concentrarsi sul modo in cui ha gestito la cosa finora. La scomparsa di una figlia, un lutto ammantato di mistero che ha segnato per sempre al vita di Albano Carrisi in arte Al Bano. Ma intervistato dal Corriere della Sera, Al Bano dà una versione dettagliata e certa di come sono andate le cose.
Queste le parole del cantante sulla scomparsa di sua figlia Ylenia Carrisi: "Ho ricostruito quella notte del 1994 ora per ora. Ho parlato con i testimoni. Ho incontrato Masakela - un nero e homeless nella descrizione di Al Bano, ndr - che era stato pure in galera, ma negava di avere colpe. Ho interrogato l’ultima persona che l’ha vista, il guardiano del porto. Era seduta in riva al fiume, lui la avvisò: non puoi stare qui. Ma Ylenia non se ne andava. Il guardiano insistette, allora lei gli disse “io appartengo alle acque”, e si tuffò nel fiume, nuotando a farfalla. Lì capii che il guardiano stava raccontando la verità, perché Ylenia diceva quella frase da bambina prima di tuffarsi, e nuotava a farfalla. Ma il Mississippi non perdona. Romina non l’ha mai voluto accettare. Ma è andata così".
Sarebbe stato un tragico incidente a spegnere la vita di Ylenia che però da tempo, a detta del padre, frequentava gente sbagliata e pericolosa: "Era una ragazza straordinaria. Studiava al King’s College di Londra. Parlava inglese, spagnolo, francese, portoghese. Venne a Mosca con noi e imparò un po’ di russo, la sera Romina e io andavamo a dormire e lei scendeva sulla Piazza Rossa a vedere il cambio della guardia al mausoleo di Lenin. Poi ci accompagnò negli Usa, a girare un docufilm, l’America perduta. Andammo da Los Angeles a New Orleans. E lì fece l’incontro fatale. I senzatetto, gli artisti di strada".
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