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Qatargate, Eva Kaili ai domiciliari: “Obbligo di braccialetto elettronico”

L’avvocato: uscirà a testa alta

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L'ex vice presidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, in carcere dal 9 dicembre scorso, ha ottenuto gli arresti domiciliari con il regime del braccialetto elettronico. Oltre quattro mesi da quando la polizia federale fece una perquisizione a casa sua a Bruxelles - dove viveva con il compagno Francesco Giorgi, anche lui coinvolto - e rinvenne contanti per centinaia di migliaia di euro che le costarono l'arresto in flagranza di reato, facendo decadere la sua immunità da eurodeputata e rendendola il volto del Qatargate. Gli inquirenti ritengono che quella montagna di contanti sia stata ottenuta dal Qatar (e altri Paesi come il Marocco e la Mauritania) come corruzione in cambio di posizioni favorevoli all'Eurocamera. «Esce dal carcere a testa alta e con dignità, non ha confessato reati che non ha commesso, lotterà per la sua innocenza fino alla fine», ha rivendicato il suo avvocato, Michalis Dimitrakopoulos. Ma dovrà ancora attendere qualche giorno prima di poter abbracciare la sua figlia di due anni, che in questo periodo di detenzione non ha potuto vedere più di due volte al mese. Il rilascio effettivo potrebbe avvenire venerdì o lunedì prossimo, ha ipotizzato l'altro legale, Sven Mary.

Kaili, che in questi mesi aveva denunciato più volte - tramite i suoi legali - condizioni di detenzione degradanti, sarà l'ultima degli imputati a lasciare il carcere. L'ex eurodeputato socialdemocratico italiano e presunto leader del gruppo, Antonio Panzeri, ha ottenuto la scarcerazione con il braccialetto elettronico la settimana scorsa. Ieri è toccato all'eurodeputato socialista belga, Marc Tarabella. Il 23 febbraio invece era stato liberato Giorgi, compagno di Kaili ed ex assistente di Panzeri. Panzeri, 67enne, che in Italia si era visto arrestare anche la moglie e la figlia, ha accettato di collaborare con la giustizia belga in qualità di «pentito» per ottenere una riduzione della futura pena, in cambio della sua piena confessione e della segnalazione delle altre persone coinvolte nella presunta associazione a delinquere alimentata dalla corruzione internazionale. Nella perquisizione della sua casa a Bruxelles la polizia aveva trovato 600 mila euro in contanti. Sempre in quel 9 dicembre era stato arrestato il direttore generale della Ong No Peace Without Justice, Niccolò Figa'-Talamanca, scarcerato a inizio febbraio senza condizioni. Resta ancora aperta la posizione dell'eurodeputato di S&d, Andrea Cozzolino, a cui è stata revocata l'immunità e di cui la procura belga ha chiesto l'arresto. Finora il tribunale di Napoli, dove Cozzolino è ai domiciliari, ha rinviato la decisione in attesa di ottenere maggiori elementi da Bruxelles.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
13/04/2023 06:21:24


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