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Mondo Politica: intervista a Michele Bettarelli consigliere della Regione Umbria

L’ex ospedale e l’attuale ospedale di Città di Castello sono due emergenze

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Dall’autunno del 2019 siede sugli scranni dell’opposizione nell’assemblea legislativa regionale dell’Umbria. In pratica, consigliere regionale. Michele Bettarelli, esponente del Partito Democratico e della corrente di Stefano Bonaccini, ha un passato dapprima da consigliere comunale (era entrato nel 2006) con la presidenza della commissione affari istituzionali e poi da vicesindaco, carica ricoperta dal 2011 al 2019. In Regione, è membro della seconda e della terza commissione consiliare permanente, che si occupano rispettivamente di attività economiche e governo del territorio l’una e di sanità e servizi sociali l’altra.

Bettarelli, più preoccupato per l’ex ospedale o per l’attuale ospedale di Città di Castello, intendendo con quest’ultimo il capitolo più in generale della sanità?

“Sono due situazioni che, per motivi diversi, possiamo considerare emergenziali. Andrebbero affrontate come tali, senza perdere altro tempo. E invece continuiamo a registrare solo l’assenza e gli errori della Regione dell’Umbria. Servirebbero interventi concreti e veloci, che riportino al centro le esigenze di questo territorio.  L’ex ospedale tifernate, ad esempio, si trova ormai in una condizione strutturale che va oltre la fatiscenza. L’immobile è diventato pericoloso a causa dei tanti ammaloramenti strutturali. Il sopralluogo effettuato circa dieci giorni fa dai tecnici regionali, alla presenza del sindaco Luca Secondi, ha svelato che, al momento, non c’è ancora alcun progetto esecutivo di recupero. Ero presente anch’io e ho avuto la netta sensazione che siamo ancora nella fase dei buoni propositi senza alcuna certezza su tempi, modalità e risorse a disposizione. Ricordo che sul recupero dell’ex ospedale di San Florido, il vice commissario per l’emergenza del sisma 2016, nel gennaio 2018, aveva destinato 3 milioni di euro, incrementabili del 20 per cento. Un ammontare che, sommato al Lascito Mariani, in un disegno complessivo ì pensato per la “Casa della Salute”, nel 2018, arrivava a circa 10 milioni di euro disponibili. Poi, nel 2020, in risposta a una mia interrogazione, la giunta regionale ci informò che questi 3 milioni erano stati utilizzati per altri interventi definiti da loro maggiormente prioritari. Solo oggi, a seguito di una serie di atti e mozioni che ho presentato in Regione e grazie all’attenzione riservata dalla stampa locale a questo tema, la giunta regionale dice di aver reintegrato le somme che aveva distolto altrove. Bene, ma, per quanto ci riguarda, continueremo a vigilare e monitorare passo dopo passo, affinché il percorso intrapreso porti a soluzioni rapide e concrete prima che sia davvero troppo tardi per intervenire. Quanto alla condizione attuale dell’ospedale di Città di Castello, ritengo che la struttura stia scontando, forse più di altre, le conseguenze di una gestione regionale della sanità che sta facendo acqua da tutte le parti. La giunta Tesei è riuscita nell’impresa paradossale di ridurre i servizi ai cittadini e, nel frattempo, di aumentare i debiti della sanità pubblica e arricchire quella privata. Dopo aver fatto oltre 250 milioni di debiti, pensano di tagliare ancora, mentre ospedali come quello di Città di Castello scontano già carenze di personale e di strumentazioni, la scarsità di posti letto e si ritrovano con reparti fondamentali, come quello di medicina, in perenne affanno.  Per non parlare delle liste d’attesa e della mancanza dei medici di base. L’annunciato taglio del finanziamento destinato agli ambulatori di Oncologia e Radioterapia conferma inoltre che la destra che sta al governo della Regione considera, di fatto, questo territorio di serie B. Come Pd siamo impegnati, a tutti i livelli, a impedire che ciò continui ad accadere. Occorre una mobilitazione forte per difendere il diritto alla salute, affinché la sanità pubblica torni finalmente a funzionare bene, così come è sempre stato in passato”.

Viabilità: siamo in ancora in attesa di risposte inequivocabili sul futuro della ferrovia. Sarà la volta buona?

“Di recente, l’assessore regionale Enrico Melasecche ha annunciato che saranno disponibili circa 163 milioni di euro dal Pnrr per gli interventi tecnologici e di manutenzione straordinaria sulle linee Sansepolcro-Perugia e Perugia-Terni. Interventi che, a regime, consentirebbero una velocità di percorrenza di circa 100 chilometri orari. Dati i tempi di rendicontazione del Pnrr, gli interventi in questione si dovrebbero concludere entro il 2026, quindi ci aspettiamo che a breve lo stesso assessore comunichi anche modalità e tempi certi rispetto all’inizio dei lavori sulla linea. Dato che sulla carta non mancano impegno, finanziamenti e volontà, ci auguriamo che questo territorio venga fatto partecipe di un processo che deve puntare a connetterlo in maniera adeguata ed efficiente con il resto dell’Umbria e il resto del Paese. In futuro, non sarà indifferente la scelta sulla localizzazione della stazione media Etruria per l’alta velocità, così come il progetto della Provincia aretina in merito alla tratta Arezzo-Sansepolcro, che completerebbe il collegamento a nord sulla linea ex Fcu. Più in generale, collegare l’Umbria con la Toscana e con l’Emilia-Romagna aprirebbe grandi opportunità. In questa direzione dovrebbero lavorare tutte le istituzioni, a partire da quelle nazionali e regionali, per un progetto integrato dell’Italia mediana”.

Lei è entrato a far parte dell’assemblea nazionale del Pd in “quota” Bonaccini: crede che dopo l’esito elettorale il partito riuscirà a fare sintesi fra le correnti dei due principali candidati alle primarie?

“Il congresso ci ha restituito un esito chiaro: Elly Shlein è il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico. A lei, in primis, anche per essere diventata la prima donna a guidare il più grande partito di centrosinistra in Italia, vanno le mie congratulazioni, unite a un grande “in bocca al lupo”, perché ha di fronte a sé una grande responsabilità. A fronte di un esito congressuale, sì chiaro, ma non proprio plebiscitario, è chiamata a rilanciare l’azione politica tenendo unito tutto il partito. Sono certo che ce la farà con il contributo di tutti, a partire da quello di Stefano Bonaccini, che proprio domenica scorsa ha accettato di ricoprire la carica di presidente del Pd. Lo ritengo un buon segnale e un buon inizio. In Umbria, la mozione Bonaccini ha prevalso nella provincia di Perugia, anche grazie ai risultati conseguiti proprio in Altotevere, territorio che si è dimostrato essere una forza trainante e maggioritaria. Un fatto che è accaduto, ad esempio, anche in altri territori come quelli di Gubbio e Spoleto”.

È insomma da scongiurare l’ipotesi di una possibile “diaspora” nel partito da parte di coloro che guardano più verso il centro?

“Ora che il congresso è alle spalle, dobbiamo guardare avanti e tornare a lavorare tutti insieme, indossando la stessa casacca. Bene il rinnovamento e un ritrovato slancio ideale, ma occorre anche mettere una buona dose di concretezza per confermare le esperienze di governo vincenti e per riconquistare quei Comuni e quei territori in cui siamo ancora forza di minoranza. Non intravedo dunque alcun pericolo di diaspora. Se prevarrà, come sembra, il pluralismo e se prevarrà - come ha detto proprio domenica Elly Schlein - “la competenza e non la fedeltà”, il Pd sarà pronto per tornare a essere un grande partito al servizio del Paese”.

Redazione
© Riproduzione riservata
15/03/2023 11:09:53


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