È morta Gina Lollobrigida, una vita da “bersagliera”
Aveva 95 anni. Fu protagonista di film cult come «Pane, amore e fantasia» e «Venere imperiale»
Bella di una bellezza autentica e battagliera, Gina Lollobrigida, morta oggi a 95 anni, si porta via con sé un pezzo di storia del cinema italiano: 75 anni di commedie, drammi, fiabe attraversati con passo fiero, meritandosi pienamente il soprannome, quasi un alter ego, di “Bersagliera” che le venne dato da Luigi Comencini in “Pane, amore e fantasia”. Nata a Subiaco il 4 luglio 1927, da giovanissima si trasferisce a Roma e inizia a studiare all'Istituto di Belle Arti, finché nel 1947 partecipa a un'edizione leggendaria di Miss Italia, dove si classifica terza alle spalle di Lucia Bosè e Gianna Maria Canale, un concorso in cui ci sono anche Silvana Mangano ed Eleonora Rossi Drago. Sono gli anni del dopoguerra e la sua bellezza prorompente incarna il sogno di ripresa dell’italiano medio e all’estero l’idea di bellezza italiana con la sua vitalità di popolana. Non a caso il primo successo è oltralpe, con "Fanfan la Tulipe" con Gerard Philipe nel 1952. La consacrazione come icona è però proprio con il ruolo della Bersagliera in «Pane amore e fantasia» di Luigi Comencini, del 1953, al fianco di Vittorio De Sica, che le vale il Nastro d'argento. L'anno dopo gira il sequel, altrettanto riuscito, “Pane, amore e gelosia” sempre di Comencini, ma nel 1955 rifiuta di recitare nel terzo capitolo, “Pane, amore e...” di Dino Risi. A rimpiazzarla è Sophia Loren, e questo episodio alimenta la voce di una grande rivalità tra le due. Una Loren che oggi si dice “profondamente scossa e addolorata”. Tra i suoi tantissimi grandi successi anche “La donna più bella del mondo” (1955) di Robert Z. Leonard, in coppia con Vittorio Gassman, storia romanzata della vita del soprano Lina Cavalieri. Ottima in questa occasione anche la prova come cantante lirica. Vince il David di Donatello alla migliore attrice protagonista, premio che l'Accademia del cinema italiano istituisce proprio quell'anno. In tutto saranno sette i David di Donatello: lavora con Pietro Germi ("La città si difende") e con Carlo Lizzani ("Achtung banditi") ritagliandosi ruoli di vigorosa passionalità in cui affina una recitazione da autodidatta imprimendole la sua personalità. Recita anche in vari ruoli drammatici, dando prova di versatilità in “Trapezio” di Carol Reed, accanto a Burt Lancaster e Tony Curtis, come ne “Il gobbo di Notre Dame” (1956) di Jean Delannoy, in cui è Esmeralda accanto ad Anthony Quinn nel ruolo di Quasimodo. Nel 1961 con “Torna a settembre” di Robert Mulligan, insieme a Rock Hudson, vince un Golden Globe, mentre l'anno seguente recita con Stephen Boyd nel film in costume “Venere imperiale” di Jean Delannoy: il ruolo di Paolina Bonaparte, afrontata ma con un fondo di autentica ingenuitò, è un altro che sembra ccito su misura per lei e infatti le vale un David di Donatello e un Nastro d'argento. A Hollywood diventa amica di Marilyn Monroe.« Era una persona debole, Marilyn – aveva detto in un’intervista del 2018 in occasione della Stella sulla Walk of Fame – . Voleva un uomo che l’amasse, era tutto quello che voleva. Ma quando sei così popolare è una disgrazia perché gli uomini sono molto gelosi. Essere popolari è bello ma non è mai facile. Ne so qualcosa! L’amore non l’ho mai avuto. Non sono mai arrivata ad avere relazioni importanti, solo amicizie». Difatti la sua vita personale è piena di luci e ombre, un doloroso stupro da minorenne denunciato solo molto anni dopo, sposata giovanissima con il medico sloveno Milko Skofic da cui ha l’unico figlio Andrea Milko nato nel 1957, una lunga relazione con lo spagnolo Javier Rigau, molto più giovane di lei e mai sfociata in matrimonio.
Negli anni '70 gli impegni cinematografici si diradano, anche se si ricorda una sua memorabile Fata Turchina nel “Pinocchio” di Luigi Comencini (che peraltro non la amava e infatti si vantava di averla trasformata in una “streghetta”) e inizia una seconda carriera come fotoreporter, che la porta a intervistare, tra gli altri, Fidel Castro. Negli ultimi anni si dedica soprattutto all'arte (soprattutto scultura) e alla fotografia. Nel 1992 rappresenta l'Italia all'Expo di Siviglia con la scultura "Vivere insieme", una grande aquila cavalcata da un bimbo felice: un'immagine apprezzata dal presidente francese François Mitterrand che per quest'opera le conferisce la Legion d'Onore definendola "artista di valore". .
I suoi ultimi anni sono contrassegnati anche da vicende giudiziarie. Dal 2021 la diva aveva un amministratore di sostegno nominato dal Tribunale per tutelare il suo patrimonio, così come richiesto nell'azione legale dal figlio Andrea Milko Skofic. Al centro dell'attività di indagine dei pm di piazzale Clodio è l'ex manager dell'attrice, Andrea Piazzolla, rinviato a giudizio con l'accusa di circonvenzione di incapace. Un tramonto triste per la Bersagliera, che però anche di fronte alle difficltà non ha mai perso il suo piglio coraggioso.
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