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Credit Suisse, perdita choc da 4 miliardi e ristrutturazione non convincono i mercati

La banca elvetica presenta i conti trimestrali e viene punita dagli investitori

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Maxi perdita da 4,03 miliardi di franchi svizzeri nel terzo trimestre, ben oltre le aspettative. E via libera al piano di ristrutturazione. Il giorno più atteso del Credit Suisse è arrivato. Il riassetto della banca, come anticipato, sarà completo. L’iniezione di capitali freschi, circa 4 miliardi, sarà sostenuta dalla Saudi National Bank, che contribuirà con 1,5 miliardi. Poi tagli al personale, che passerà dagli attuali 52.000 dipendenti a 43mila entro la fine del 2025. Ancora, la dismissione di tutti gli asset non strategici. «È un momento storico per la banca. Voglio renderla più semplice», ha detto l’amministratore delegato Ulrich Körner. La strada, però, è lunga. E lo si nota dalla risposta del titolo in Borsa, dove le perdite sono state elevate in apertura. 

«Stiamo ristrutturando radicalmente la divisione Investment Bank per contribuire a creare una nuova banca più semplice, più stabile e con un modello di business più focalizzato sulle esigenze dei clienti. Il nostro nuovo modello integrato, con la nostra unità di wealth management, la solida banca svizzera e le capacità di asset management al centro, è progettato per consentirci di offrire una proposta unica e convincente per clienti e colleghi, puntando al contempo alla crescita organica e alla generazione di capitale per gli azionisti». Le parole del numero uno del Credit Suisse raccontano quali sono gli obiettivi dell’istituto di credito elvetico, che si prepara a diventare più piccolo, più concentrato, più profittevole. Ma intanto bisogna fare i conti con una perdita complessiva, nei primi nove mesi dell’anno, da 5,9 miliardi di franchi svizzeri. A paragone, nello stesso periodo del 2021 la società aveva realizzato un utile di 424 milioni. Da allora si sono inanellati quattro trimestri in negativo. Non solo, la perdita netta riportata nel periodo luglio-settembre include una correzione di valore pari a 3,7 miliardi di franchi per imposte differite relative alla revisione strategica della banca. Ne deriva che la perdita ante imposte è di 342 milioni, dopo un utile di 1,0 miliardi nello stesso periodo dell'anno precedente.

Con la trimestrale, Credit Suisse ha annunciato ristrutturazioni radicali e misure di riduzione dei costi. Tornerà il brand First Boston, ma soprattutto si razionalizzerà l’intera struttura della banca. Nel complesso, le misure spiegate da Körner intendono ridurre i costi annuale da 16,8 miliardi di franchi a 14,5 miliardi entro il 2025, circa il 15% in meno. Per fare ciò, taglio immediato di 2.700 unità lavorative. A regime, nel 2025 appunto, saranno 9.000 le persone che lasceranno la banca. Oltre a ciò, si procederà con le cessioni delle unità meno profittevoli. I pretendenti, in particolare fondi americani e sauditi, non mancano. Da Apollo a Pimco, l’interesse era e resta elevato. 

I cambiamenti coinvolgeranno anche il vertice dell’istituto, non esentato dalla ristrutturazione strategica. Christian Meissner, il numero uno dell'investment banking - una delle quattro divisioni in cui era finora organizzata la società - lascia la banca con effetto immediato, ha indicato oggi la stessa impresa. Decisione che era nell’aria. In passato si era fatto il suo nome anche come di un possibile successore di Sergio Ermotti alla guida di Ubs. Si vedrà. Michael Klein uscirà dal consiglio di amministrazione, per operare quale consulente del ceo Körner e lanciare la nuova unità CS First Boston, segmento che diventerà autonomo e che dal 2023 dovrebbe poi essere guidato dallo stesso Klein.

La speranza del nuovo amministratore delegato è quella di riuscire a invertire la rotta. Parole ripetute anche dal presidente del gruppo, Axel Lehmann. «In 166 anni, Credit Suisse ha costruito un marchio potente e rispettato, ma riconosciamo che negli ultimi anni siamo diventati meno focalizzati», ha spiegato, rimarcando che il consiglio d’amministrazione non ha lasciato nulla al caso. Le buone intenzioni ci sono, solo il tempo dirà se la revisione strategica di Körner sarà stata sufficiente. Per ora, i mercati finanziari non sembrano dare troppa fiducia, anche a fronte della perdita ben superiore alle aspettative. A metà mattinata, il titolo perdeva in Borsa quasi il 12%, toccando quota 4,20 franchi per azione. Non un buon inizio per la ristrutturazione dell’istituto di Paradeplatz.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
27/10/2022 14:47:14


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