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Mondo Politica: intervista a Laura Chieli consigliera comunale a Sansepolcro

"Non mi riconosco nell'area di minoranza presente in consiglio"

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Parla senza mezzi termini Laura Chieli, consigliere comunale di opposizione a Sansepolcro in rappresentanza di Fratelli d’Italia e consigliere provinciale ad Arezzo. Dalle questioni spinose della Valtiberina a quelle di politica nazionale, dimostra di essersi ben calata nella veste che ha cominciato a indossare poco più di un anno fa, quando alla prima esperienza si è candidata a sindaco di Sansepolcro.

Chieli, la fine di luglio potrebbe aver aperto finalmente qualche spiraglio per la ex 3 bis e la E45. Pensa allora che la questione sanità sia più delicata per la Valtiberina rispetto a quella della viabilità?

“Indubbiamente, proprio di recente sono arrivati segnali più che positivi. Realmente qualcosa di serio e concreto nell’ambito della viabilità territoriale si stia muovendo: dapprima il protocollo d’intesa fra la Provincia di Arezzo e il Comune di Pieve Santo Stefano per la sistemazione della vecchia 3 bis, per arrivare poi alla presa in carico da parte dell’ente Provincia della stessa strada che incoscientemente era stata declassata a comunale nel 1997… E pochi giorni fa la notizia che - nonostante la caduta del Governo - l’interlocuzione attuata dal sindaco Claudio Marcelli con i parlamentari è risultata efficace, tanto che l’VIII Commissione del Senato ha approvato l’emendamento relativo al primo stralcio di finanziamenti per la ex 3 bis, pari a 5 milioni di euro. Altrettanta positività, purtroppo, non posso manifestarla circa la sanità: argomento spinosissimo e complesso anche a livello nazionale - lo sappiamo bene tutti quanti - che però in Valtiberina sta toccando il fondo in maniera drammatica e, verrebbe da dire, inarrestabile. Argomento, tengo a ribadirlo, che personalmente seguo con grande attenzione da quando lo scorso anno mi candidai per le amministrative e sul quale il Circolo Fratelli d’Italia di Sansepolcro poco più di un mese fa ha organizzato un incontro/confronto lungo i viali di Porta Fiorentina. Attualmente, il nostro è stato l’unico incontro pubblico nel territorio sulla questione “Sanità Locale” e con orgoglio voglio sottolinearne l’importanza: per la libera e aperta denuncia di tutto ciò che non funziona sia a livello di medici di base che di ospedale, per l’approfondimento dei temi dibattuti e per la presenza di relatori di rilievo. Due su tutti: il Senatore Francesco Zaffini, segretario della Commissione Permanente Igiene e Sanità e Gabriele Veneri, consigliere regionale, che tanto si è battuto e ancora si batte per la causa della sanità in Valtiberina. Mi si permetta un pizzico di rammarico nell’aver constatato come i grandi assenti in quella giornata siano stati gli organi di stampa e di informazione, che erano stati regolarmente invitati e che a mio avviso avrebbero dovuto garantire alla comunità locale un puntuale servizio di documentazione e divulgazione, vista l‘importanza dell’argomento trattato e delle proposte delineate. Ad ogni modo il vecchio sistema del passaparola evidentemente funziona ancora se, all’indomani dell’incontro, un elevato numero di persone ci hanno contattati e continuano a farlo. A queste persone ho detto e a tutti ripeto che continuerò ad impegnarmi in prima persona sulla questione sanità e che, come ho preannunciato il 25 di giugno, ci stiamo mobilitando per organizzare una iniziativa di rimostranza pubblica. Chiederemo di partecipare a tutte le parti politiche, a tutti i Comuni valtiberini e a tutta la cittadinanza: inutile stare a lamentarsi con i conoscenti o di cantone in cantone tra un caffè e l’altro! E’ arrivato il momento di dare visibilità, voce e corpo alla lotta contro un sistema di governance, in primis regionale, che fa della Valtiberina una terra dimenticata da Dio… una terra che, proprio perché zona di confine - comprensiva di territori montani e disagiati - dovrebbe essere privilegiata, si trova invece ad essere inspiegabilmente bastonata. Alla protesta affiancheremo le nostre proposte e le nostre concrete richieste che non abbiamo mancato di esporre anche pubblicamente e sulle quali i vertici Asl e la Regione Toscana dovranno fornire delle risposte. Non c’è più tempo, occorre agire in maniera mirata e determinata. Lo dobbiamo ai nostri figli e a noi stessi: una terra dove la sanità non funziona è un luogo destinato allo spopolamento e all’impoverimento. La salute è un diritto su cui non si può negoziare né scendere a compromessi, ma se nulla cambierà non credo di essere pessimista nel profetizzare la chiusura totale dell’ospedale della Valtiberina… ed è inutile che i “camici graduati” della Asl Toscana Sud Est ripetano che Sansepolcro e la Valtiberina sono in cima alle loro priorità, perché qui nessuno è fesso!”.

Su quali questioni di primaria importanza intende stimolare il consiglio comunale di Sansepolcro?

“In effetti il mio ruolo di “consigliera di opposizione, di minoranza ma non troppo” - nel senso che comunque mi riconosco nell’area politica di centrodestra della maggioranza e non di centrosinistra - mi dà il privilegio di esprimere le mie posizioni in maniera massimamente libera: non devo pormi il problema di votare contro a prescindere (come quasi sempre accade alla minoranza per puro punto preso) poiché in quella minoranza non mi identifico e non devo pormi il problema di votare a favore a prescindere (come quasi sempre accade in maggioranza per necessità di governo), poiché sono all’opposizione! Questa condizione, così anomala e delicata, implica una continua ricerca di equilibrio ed è al contempo una scuola eccelsa di mediazione, che mi permette non tanto di polemizzare, quanto di “stimolare” il consiglio comunale, cioè di agire costruttivamente… e mi fa piacere che questo aspetto mi venga riconosciuto; in otto mesi ho ottenuto risultati di cui sono fiera: all’unanimità sono state approvate le mie mozioni sui PUC (Progetti Utili alla Collettività) per i percettori del reddito di cittadinanza - di imminente attuazione - e quella per l’installazione di un ascensore e di un sistema di videocitofonìa alla scuola primaria De Amicis. Approvata anche, seppur non all’unanimità, la mia mozione per l’intitolazione di un sito urbano ai Martiri delle Foibe. Il mio ordine del giorno sui servizi pubblici locali - in particolare l’acqua - e sulla necessità di manifestare come Comune la determinazione a poter tornare in futuro a gestirla direttamente, è passato allo studio e alla elaborazione della commissione Affari Generali e poi sottoscritto all’unanimità. Altrettanto dicasi per la mia mozione sulla sterilizzazione delle colonie feline - in ottemperanza alla legge regionale e soprattutto in ossequio ai soldi dei cittadini che pagano le tasse, senza saperlo, anche per questo – che è passata in commissione ed è in via di attuazione… a ciò aggiungo la mozione sulle migliorie da apportare al canile rifugio, presentata all’Unione dei Comuni congiuntamente al consigliere FdI di Badia Tedalda, Emanuele Orcese, anch’essa approvata all’unanimità. Da maestra che è abituata ad insegnare e subito dopo a raccogliere e a valutare i risultati del proprio insegnamento, non riesco ancora a digerire le tempistiche e le lungaggini burocratico-amministrative di attuazione; per come sono fatta io le cose, una volta decise, si devono fare e alla svelta, ma capisco che a volte occorre fare un bel respiro e avere pazienza. Ciò premesso, nel mio lavoro di consigliera continuerò tenacemente e per quanto mi sarà reso possibile, a perseguire quegli obiettivi che da sempre ritengo prioritari per la nostra città: la sanità - come già sottolineato - la promozione culturale e turistica, unitamente al rilancio del centro storico e al decoro urbano, nonché la tutela delle categorie fragili e dell’ambiente e infine, ma non da ultimo, un’attenzione progettuale alle scuole e alla formazione in generale”.

Lei è anche Consigliere Provinciale. Al di là dell’impegno che senza dubbio metterà in favore del suo territorio, di quale grado di considerazione gode la Valtiberina?

“Il ruolo di consigliere provinciale e, più nello specifico, la mia delega a Pubblica Istruzione, Formazione Scolastica e Rapporti con i Dirigenti Scolastici in pochi mesi mi hanno permesso di salire su di un osservatorio privilegiato e mi consentono di avere una visione d’insieme dell’intera realtà aretina circa una infinità di questioni che riguardano Arezzo capoluogo e ciascuna delle quattro vallate. Bene, con fermezza e senza tema di smentita, posso affermare che la Valtiberina gode in Provincia di Arezzo di considerazione in modo inversamente proporzionale a quella di cui gode in Regione. Mi spiego: da parte mia e del collega Matteo Del Barba, anch’egli consigliere provinciale di vallata, vi è un’opera continua di attenzione e tensione sulle istanze locali che non manchiamo di rimarcare e di portare sul tavolo della Provincia - colgo anzi l’occasione per ringraziare i sindaci valtiberini per la fiducia accordatami nel rivolgersi a me riguardo a varie problematiche  - ma posso garantire che la nostra presidente, forse perché anch’essa sindaco di un Comune di vallata, non manca mai di attenzionare le istanze locali al pari di quelle centrali, conducendo una politica territoriale concretamente ed equamente rivolta ad ogni singola realtà periferica, a quella della Valtiberina come a quella del Casentino, del Valdarno e della Valdichiana. La governance dell’attuale Provincia di Arezzo tutto è tranne che Arezzo-centrica, bensì - lo ribadisco - fondata sul principio di parità di trattamento delle singole componenti. E posso dirlo a ragion veduta, dal momento che con la delega assegnatami monitoro continuamente l’impegno e l’opera dell’Ente nel versante della sicurezza nelle scuole e dell’edilizia scolastica nell’intera provincia. La Valtiberina, tra l’altro, poiché ad alto rischio sismico, rappresenta certamente una priorità sotto questo preciso aspetto. Inutile sottolineare, comunque, che avere dei rappresentanti di vallata in Provincia è certamente un valore aggiunto!”-

La caduta del governo Draghi. Anche se Fratelli d’Italia, il partito che l’ha appoggiata alle comunali, da sempre auspicava questa situazione, non crede che sostanzialmente si sia trattato della vendetta politica di Giuseppe Conte maturata nel momento che per i più è stato quello sbagliato?

“Non posso e ancor più non voglio entrare nelle dinamiche intellettive di un Giuseppe Conte. Se ha agito per vendetta, peggio per lui! Temo che gli si ritorcerà clamorosamente contro e personalmente non potrò che rallegrarmi nel vedere sbiadita la forza politica a cui dobbiamo l’ingiustificato “spreco di Stato” per i monopattini, i banchi a rotelle e il reddito di cittadinanza a Tizio, Caio e Sempronio, nonché lo smembramento del Ministero Istruzione Università e Ricerca in MI e UR, permettendo a Lucia Azzolina – in pieno ed increscioso conflitto di interessi per la sua personale posizione circa il concorso nazionale per Dirigenti Scolastici – di diventare ministro dell’Istruzione e segnare così l’inizio di uno dei periodi più bui della politica scolastica nella storia della Repubblica. Detto ciò, non posso che trovarmi d’accordo con Giorgia Meloni quando afferma: “Siamo pronti per governare!”. Credo lo abbia dimostrato sul campo, conducendo un’opposizione libera e coerente, impegnata e spesso impopolare, ma sempre animata da quei valori inalienabili su cui si fonda la nostra civiltà e che, dopo gli scempi gravi e reiterati compiuti dalle altre forze politiche, non possono non risultare vincenti. Il momento giusto, di fatto, non c’è mai. Sono le persone, con il loro pensiero e con le loro azioni, a rendere giusto il momento. Se vorranno, ovviamente”.

Il 25 settembre si torna a votare per le politiche: fiduciosa in un risultato importante per Fratelli d’Italia, anche se il nostro Paese cerca sempre l’area moderata proprio per evitare posizioni politiche più estremistiche?

“E allora sarà bene che il nostro Paese riveda la classificazione di “moderato” ed “estremista”: non mi sarei mai iscritta a Fratelli d’Italia se lo avessi giudicato un partito estremista. Non perché Giorgia Meloni si accalora, si infervora e urla al microfono, possiamo definirla estremista, anche perché se a farlo fosse un uomo di lui si direbbe che è un ottimo trascinatore. Una donna “con le palle” - mi si perdoni la citazione calcistica - non fa ancora parte dell’immaginario collettivo, ma è comunque in grado di farsi breccia nella riservatezza del consenso individuale. Quante persone sono in imbarazzo nel manifestare pubblicamente il loro plauso a Giorgia - a causa dei luoghi comuni e pregiudiziali a suo danno - ma segretamente la approvano e la sostengono! Vede, il ritornello di “Meloni Fascista” ormai ha fatto il suo tempo; ancora fa comodo a chi non possiede argomenti e tuttora persistono gruppi formati da sedicenti politici che anziché studiare, prepararsi e fare programmi, fondano la loro campagna sulla sagra della pastasciutta antifascista, ma sono realtà destinate all’implosione che, al momento, non fanno altro che ottenere l’effetto boomerang e accrescere il consenso di Fratelli d’Italia. La gente non ne può più di queste trovate. Personalmente, nel mio piccolo anche io ho sperimentato questo atteggiamento di vuota opposizione, quando da alcuni per aver portato in consiglio comunale la mozione sulle foibe venni definita la “maestrina dalla camicia nera”, ma quando poi le persone si sono date la possibilità di conoscermi veramente tutto hanno pensato di me tranne che associarmi agli squadristi. E così auspico sarà per Giorgia e per Fratelli d’Italia, rappresentanti di quella destra votata alla giustizia sociale, lontana dai personalismi e dai giochi di potere. A mio avviso è estremista uno Stato, il nostro appunto, in cui come spiega bene la Meloni “un pedofilo che violenta ripetutamente una bambina disabile prende otto anni di galera”. Ma forse, torno a dire, dovremo rivedere la classificazione stereotipata e fuorviante di “moderato" ed "estremista". 

Redazione
© Riproduzione riservata
04/08/2022 10:05:29


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