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Sansepolcro, per la Procura: "Impianto senza autorizzazioni ed inquinante"

Chiuse le indagini. Avvisi ai titolari della società e ad un funzionario della provincia di Arezzo

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Chiuse le indagini preliminari sull’area golenale del fiume Tevere a Sansepolcro, con contestuale avviso notificato ai titolari – e ad un’amministratrice di fatto – di una nota società biturgense e ad un pubblico ufficiale della Provincia di Arezzo; le ipotesi di reato vedono al centro l’organizzazione e la gestione di un impianto per la raccolta e il trattamento di rifiuti speciali in assenza di qualsivoglia autorizzazione e dal quale è sorto un pericolo inondazione o comunque un aggravamento di tale pericolo a causa della sua vicinanza alle opere di difesa spondale del fiume Tevere; le ulteriori ipotesi di reato vanno dagli scarichi industriali e sul suolo senza autorizzazione, alle emissioni diffuse in atmosfera anch’esse senza autorizzazione, all’occupazione abusiva di aree demaniali, alla illecita gestione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, alla dispersione diffusa incontrollata di reflui industriali con contestuale contaminazione dei suoli con idrocarburi, cromo, rame, cod e zinco e, infine, al falso ideologico commesso dalla ex legale rappresentante della società e da un pubblico ufficiale della Provincia di Arezzo in atto pubblico per evitare la demolizione di un immobile del medesimo impianto (imposta con ordinanza del servizio di difesa del suolo sin da 2014) e ottenere così il rinnovo di una vecchia concessione demaniale. Le indagini, iniziate oltre un anno fa dalla sezione di PG Carabinieri della Procura di Arezzo e dalla Stazione Carabinieri Forestale di Sansepolcro sotto il coordinamento della Procura di Arezzo, hanno portato alla luce un impianto che per oltre un trentennio ha operato in assenza di autorizzazioni, occupando abusivamente aree delicate e pericolose della golena del fiume Tevere determinando sulle stesse fenomeni contaminati a seguito dei quali il Dipartimento Arpat di Arezzo ha trasmesso le relative comunicazioni al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Toscana, al Prefetto di Arezzo e alla Provincia di Arezzo per la valutazione del danno ambientale e l’avvio delle conseguenti bonifiche.

Redazione
© Riproduzione riservata
07/05/2022 12:43:22


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