Texas, la Corte d’Appello autorizza la legge che vieta l’aborto dopo le 6 settimane
È valida anche in caso di incesto e di stupro
La Corte d'Appello federale del Texas ha autorizzato la ripresa della legge anti-aborto più dura degli Stati Uniti. L'ordine è stato emesso venerdì sera, e arriva appena un giorno dopo che un tribunale di grado inferiore di Austin si era schierato con l'amministrazione Biden, accogliendone il ricorso e sospendendo la legge del Texas nota come 'Senate Bill 8'. La legge, entrata in vigore agli inizi di settembre, vieta gli aborti in Texas una volta rilevata l'attività cardiaca, che di solito è di circa sei settimane. Ed è valida anche nei casi di incesto o stupro. La legge va anche oltre, e prevede premi fino a 10mila dollari per i cittadini delatori che segnalino alle forze dell’ordine qualunque tipo di violazione. Nel bloccarlo, i giudici di Austin avevano definito il 'Senate Bill 8' una «privazione offensiva» di un diritto costituzionale. «Dal momento in cui la legge è entrata in vigore, alle donne è stato illegittimamente impedito di esercitare il controllo sulla loro vita», si leggeva nelle 113 pagine dell’ordinanza della corte. Che aveva scatenato l’entusiasmo non solo degli americani ma anche oltreoceano, con l'Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell a dichiarare: «Ora speriamo che vengano prese tutte le misure necessarie per garantire che le donne in Texas abbiano accesso ad aborti sicuri e legali». Poi, la nuova doccia fredda. Il Texas, governato dai conservatori repubblicani, torna alla linea dura contro le interruzioni di gravidanza. E la battaglia si sposta dai tribunali alle piazze: nelle ultime ore migliaia di donne si sono riversate in strada per rivendicare i propri diritti e chiedere che la scelta dell’aborto resti libera e legale.
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