Romania, cade il governo di centrodestra
Decisiva la sfiducia degli europeisti, ex alleati di coalizione
Crolla il governo di Bucarest. La crisi politica in Romania, fino a oggi a trazione conservatrice sotto la guida del premier Florin Citu del Partito nazionale liberale, giunge all’epilogo con la mozione di sfiducia approvata a gran voce oggi dal parlamento. L’azione presentata dal Partito socialdemocratico (Psd) di opposizione è stata approvata con 281 voti, una quota ben superiore ai 234 della soglia minima necessaria. La mozione ha avuto il sostegno dell’ex partito del governo di coalizione Usr-Plus e dal partito di estrema destra Aur.
Durante il dibattito in Parlamento, Citu ha sottolineato che «il governo non è un gioco da ragazzi» e ha manifestato il suo disappunto per il voto favorevole dell'Usr alla sfiducia, scusandosi allo stesso tempo con i cittadini per aver creduto in quel partito che ha accusato di essere "bipolare". «L'Urs vota la sfiducia che afferma che i suoi stessi ministri sono incompetenti», ha affermato.
La caduta del governo è avvenuta nello stesso giorno in cui la Romania ha registrato un record di casi giornalieri di Covid-19, circa 15mila. Citu ha fatto riferimento alla situazione pandemica durante il suo discorso e si è nuovamente scagliato contro l'Urs. «Non hanno preparato la Romania alla quarta ondata della pandemia e poi i colleghi dell'Urs lasciano il ministero della Salute senza ministro nel bel mezzo di una crisi sanitari», ha tuonato, sottolineando che si tratta di un atto di «irresponsabilità e di un attacco alla salute dei romeni».
Dopo solo nove mesi di lavoro si arresta quindi l’operato di Citu e si aggrava ulteriormente la crisi politica nazionale. Un segnale della precaria stabilità di forze del governo era già arrivata il mese scorso, quando il primo ministro aveva rimosso dall’incarico il ministro della Giustizia Stelian Ion di Usr-Plus, che in segno di rappresaglia politica aveva lasciato la coalizione di governo.
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