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Claudia Cardinale, la stella del cinema italiano
Una delle icone over più in vista e ancora in attività del cinema italiano e internazionale
Claudia Cardinale è una delle attrici italiane più amate dagli over ma anche da tutte le altre generazioni. E lo è grazie a una carriera cinematografica corposa, a un talento e a una bellezza iconica. Non a caso un’immagine dell’attrice apparve nei manifesti promozionali del Festival di Cannes 2017, a celebrare il fascino di una stella senza tempo, particolarmente significativa per il cinema internazionale.
Ed è sempre molto ambita e seguita. “Ho fatto 181 film - ha raccontato al Corriere della Sera in un’intervista del 2019 - Più della Loren e della Lollobrigida, per dire. E ho ancora una vita piena. In America, non sa quanto. In Tunisia, hanno appena fatto una mostra su di me. E poi sono ambasciatrice dell’Unesco, mi occupo di Amnesty, di bambini in Cambogia, d’omofobia, di Aids... M’invitano dappertutto”.
Claudia Cardinale tra Francia, Tunisia e Italia
Claudia Cardinale è, probabilmente insieme a Sophia Loren, la più internazionale delle attrici italiane di tutti i tempi. Questo anche a causa della sua storia personale. Classe 1938, l’attrice nacque infatti a Tunisi da due emigranti siciliani che non vollero mai abbandonare la loro cittadinanza italiana, anche in un periodo come quello della Seconda Guerra Mondiale, in cui il sentimento anti-italiano era dominante nelle ex colonie francesi.
Da adulta visse sia in Italia che in Francia, sia per esigenze personali che lavorative: gli anni ’60 e ’70 furono infatti un periodo d’oro per il cinema italo-francese e tante furono le co-produzioni tra i due Paesi che sono entrate nella storia della settima arte.
“Papà - ha detto Claudia Cardinale in un’intervista a MarieClaire - è stato l’artefice del mio successo, lui che mi ha spinto a fare cinema, il tutto mentre mi faceva addormentare suonando il violino. Da mamma ho preso il sorriso che per me ha rappresentato un’arma di seduzione, ma anche di difesa. È stata mia madre Yolanda a insegnarmi a usare il sorriso per affrontare le vicissitudini della vita a testa alta e con allegria. Da Tunisi, quando arrivai in Italia, avevano tutti paura della mia bellezza, considerata allora selvaggia, e tutti mi volevano come 'donna illibata' almeno finché incontrai Pietro Germi”.
La carriera di Claudia Cardinale
Nel 1957, Cardinale partecipò a un cortometraggio, “Anneaux d’or”, che le permise di essere prima al Festival di Berlino e poi alla Mostra del Cinema di Venezia: sebbene fosse solo in un primo piano, l’attrice fu richiesta per interpretare un piccolo ruolo ne “I giorni dell’amore”. Entrò poi al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, ma frequentò le lezioni di un solo trimestre e intanto scoprì di essere rimasta incinta a seguito di uno stupro: tenne il bambino e fu messa sotto contratto dam produttore Franco Cristaldi. “Mi sentivo come un’impiegata, una persona stipendiata al mese per i film che faceva all’anno, almeno quattro. Ero a disagio”, rivelò successivamente in un’intervista a Repubblica. Ma questi erano solo gli inizi del mito.
Dopo il Csc, Cardinale aveva pensato di abbandonare il cinema infatti, ma invece questo contratto inatteso cambiò tutto e lei si ritrovò a vestire ne “I soliti ignoti” del 1958 i panni di Carmelina, che il personaggio di Tiberio Murgia, suo fratello, sorvegliava secondo lo stereotipo siciliano che veniva utilizzato in molte commedie italiane dell’epoca.
Dopo l’esperienza con Mario Monicelli, Claudia Cardinale ha lavorato con registi come Luigi Zampa, Pietro Germi, Nanni Loy, Mauro Bolognini, Luchino Visconti, Federico Fellini, Blake Edwards, Luigi Comencini, Sergio Leone, Luigi Magni, Marco Ferreri, George Pan Cosmatos, Werner Herzog, Claude Lelouch.
Sebbene la carriera dell’attrice sia spalmata lungo molti decenni e duri ancora, gran parte dei suoi film migliori risalgono agli anni ’60, delle vere e proprie pietre miliari del cinema italiano. Come “Il bell’Antonio” di Mauro Bolognini, in cui Cardinale è Barbara, del quale si innamora Antonio, interpretato da Marcello Mastroianni, aitante e raffinato ma impotente, che deve nascondere il suo problema di fronte all’“onorata società”. C’è poi “La ragazza con la valigia” in cui Claudia Cardinale è Aida, ambita ma abbandonata dagli uomini che si invaghiscono di lei. E poi è ancora in quella grande giostra di umanità che è “8 e 1/2” di Federico Fellini, è Angelica ne “Il Gattopardo” di Luchino Visconti e Jill in “C’era una volta il West” di Sergio Leone. Tra le pellicole notevoli è impossibile non citare “Nell’anno del Signore” di Luigi Magni, in cui l’attrice è Giuditta, giovane ebrea nel ghetto di Roma ai tempi di papa Leone XIII e amante del ciabattino carbonaro Cornacchia interpretato da un magistrale Nino Manfredi.
Mentre nel 2021 Claudia Cardinale sta lavorando ad alcuni nuovi film, uno degli ultimi interpretati appare particolarmente interessante. Si tratta di "Rudy Valentino - Divo dei Divi" di Nico Cirasola, esperimento di meta-cinema che racconta il ritorno in patria del divo del muto ai tempi del Fascismo. Rodolfo Valentino rivede i parenti, che gli raccontano una realtà, quella italiana, molto diversa dagli Stati Uniti in cui lui vive. Tra i parenti proprio l’affascinante zia Rosa interpretata da Cardinale, che si lancia in una dissertazione filosofica sulla bellezza della gioventù. E l'attrice sa molto di bellezza, ma a tutte le età.
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