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Mondo Politica: intervista a Manuela Puletti esponente della Lega in Umbria

Elezioni a Città di Castello: i cittadini tifernati hanno una grande occasione per cambiare

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È stata appena nominata capo del dipartimento immigrazione e sicurezza della Lega in Umbria ed è già commissario provinciale perugino. Un riconoscimento del percorso effettuato con la Lega da Manuela Puletti, che ha già ricoperto altri incarichi in passato.

Quale valutazione esprime sull’operato della presidente della Regione dell’Umbria, Donatella Tesei e per quanto riguarda la gestione della seconda ondata della pandemia come risponde alle critiche piovute sulla lentezza dei vaccini che hanno costretto qualche umbro a recarsi fuori Regione?

“Preferisco non dare giudizi sull’operato del mio partito, perché potrei sembrare pretestuosa, vorrei limitarmi a citare i fatti. Nel maggio del 2020 l’Umbria è stata una tra le prime regioni Covid-free. Un anno dopo, il 7 giugno - nonostante i picchi dell’emergenza, le difficoltà contingenti e le varianti - è diventata una fra le prime regioni a passare da zona gialla a zona bianca: un risultato importante per tutta la popolazione umbra che testimonia un lavoro certosino e professionale portato avanti dalla presidente Tesei, dall’assessore Luca Coletto e, a scalare, da tutti gli attori coinvolti: dalla politica all’ambito sanitario, passando per l’associazionismo e i cittadini. Anche sul fronte vaccini, l’Umbria ha subìto un’importante accelerazione, fonti del “Sole 24 ore” vogliono la nostra regione al quinto posto nel rapporto tra dosi somministrate e popolazione a differenza, per esempio, della vicina Toscana, dove governa il Partito Democratico e, a oggi, si trova fra gli ultimi posti di  questa classifica datata 2 giugno 2021. Lo stesso report segnala l’Umbria come la prima regione in Italia fra dosi di vaccino ricevute e dosi utilizzate, ottenendo tra l’altro anche i complimenti del generale Figliuolo e quelli, nel primo lockdown, del ministro Speranza, notoriamente lontano dalle ideologie politiche che governano l’Umbria. Tengo a ricordare questi dati, ma potrei citare tanti altri esempi, a dimostrazione del fatto che spesso le critiche fomentate dalla sinistra in Regione sono pretestuose e infondate; ricordo che la passata legislatura non è arrivata a compimento per lo scandalo “Sanitopoli”, dove assessore regionale e segretario regionale del Pd sono stati arrestati e la presidente Marini indagata”.

Ex Fcu: l’assessore Enrico Melasecche sostiene deciso la riapertura della ferrovia, poi però fra i soldi destinati all’Umbria non si accenna minimamente a essa. Tornerà la ferrovia, oppure gli utenti dell’Alta Valle del Tevere dovranno mettersi l’anima in pace?


“Sicuramente con un nuovo sindaco, in linea con la Regione e con la giunta, tante battaglie importanti per l'Altotevere potranno trovare compimento”.

In ottobre si voterà a Città di Castello per le comunali. Anche se l’Umbria, politicamente parlando, ha cambiato pelle in larga misura, il capoluogo tifernate rimane per ora una delle roccaforti del centrosinistra. Può essere la volta buona per “scardinarla”?


“Rispetto alle passate amministrative, questa volta i cittadini tifernati hanno validi esempi a cui far riferimento. Penso a Umbertide, dove di recente l’amministrazione comunale della Lega ha affidato alcuni lavori socialmente utili a chi usufruisce del reddito di cittadinanza; penso a Perugia, dove grazie alla Lega è arrivato l’esercito a Fontivegge, zona notoriamente difficile sul fronte sicurezza; penso a Marsciano, Foligno o Terni. A ottobre, i cittadini tifernati hanno una grande occasione e sono certa che sceglieranno con buonsenso: non ne faccio una questione di destra o sinistra, ma di cosa sia meglio per la città: è ora di alzare l’asticella e portare Città di Castello nel posto che merita a livello sia regionale che nazionale.


Nella scelta del candidato sindaco a Città di Castello, il primo passo spetterà a voi della Lega in quanto primo partito di coalizione?


“Se la Lega fosse un partito il cui unico obiettivo è quello di mettere le bandierine, le risponderei di sì, perché abbiamo i numeri per “pretendere” scelte simili, ma in realtà non ne facciamo una questione di colore politico. Assieme all’onorevole Riccardo Augusto Marchetti e al segretario cittadino Giorgio Baglioni, auspichiamo un sindaco che riesca a valorizzare le immense peculiarità di Città di Castello e dei tifernati, a prescindere dall’appartenenza politica, un po’ come ha fatto Matteo Salvini quando ha deciso di entrare a far parte del governo Draghi: prima il bene dei cittadini poi le battaglie politiche e identitarie”.


Lei svolge il lavoro di commissario provinciale Lega per la provincia di Perugia. Che approccio esiste in zona con il partito del Carroccio?

“La Lega Umbria nasce e si radica in Altotevere, dove ancora oggi c’è il maggior numero di militanti rispetto a tutta la Regione. Nel 2015, con il 13% e due consiglieri regionali, ci sembrava di aver realizzato un’impresa, poi invece - con l’attività di 4 - oggi 5 parlamentari eletti nel 2018, dei consiglieri regionali e dei vari sindaci aggiunti con le varie amministrative, la Lega Umbria si è estesa in tutta la Regione in maniera più o meno omogenea, riscontrando sempre più il consenso cittadino e toccando nel 2019 circa 2400 iscritti, con percentuali bulgare che hanno eletto Donatella Tesei presidente della Regione dopo 50 anni di egemonia rossa. In questo anno da commissario provinciale, ho potuto riscontrare che le persone si avvicinano alla Lega perché è la voce del territorio e perché non si arrocca nei palazzi, ma scende in piazza tra la gente e quando ci sono i gazebo o le manifestazioni, ad esempio, si azzerano tutte le cariche: non esistono ruoli o incarichi, ma siamo tutti figli dello stesso partito. Questa naturalezza, questa trasparenza, questa quotidianità - unita con una classe dirigente preparata - piace molto alle persone e lo testimoniano i numeri: al primo gazebo fatto, dopo il lockdown, in un solo weekend abbiamo tesserato oltre 400 nuovi iscritti”. 

Preoccupati per una progressiva ascesa di Fratelli d’Italia, che potrebbe quantomeno insidiare la leadership della Lega nello schieramento di centrodestra? 

“Assolutamente no. Credo in Matteo Salvini, nella sua visione politica lungimirante, nella sua esperienza e nella sua capacità governativa. La Lega avrebbe potuto rimanere all’opposizione come ha fatto Fratelli dì’Italia, senza la possibilità di incidere né di partecipare alle decisioni che contano; invece, ha scelto di far parte del governo Draghi, anteponendo il bene del Paese alle battaglie di partito. Salvini si è assunto delle responsabilità e lo ha fatto per aiutare l'Italia a uscire dall'emergenza sanitaria ed economica e per impedire a Pd e 5 Stelle di scaraventare l'Italia nel baratro con nuove tasse o con politiche dettate da interessi di parte e battaglie ideologiche come quella sull'immigrazione o sullo “ius soli”. Detto ciò, spero che il nostro Paese esca quanto prima da questa emergenza e che si possa dare finalmente agli italiani un governo di espressione popolare che manca da ormai troppo tempo”.

Redazione
© Riproduzione riservata
08/06/2021 09:01:43


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