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Concorsi pubblici in Comune a Sansepolcro: dove sono finite trasparenza e pari opportunità?

Interviene il PD di Sansepolcro che ha presentato pure un'interrogazione

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Il Gruppo PD-InComune torna sulla questione delle assunzioni del personale, già al centro del dibattito in Consiglio Comunale, per le modalità che di volta in volta vengono scelte per la selezione dei candidati.  L’ultima selezione, che ha avuto luogo nell’estate 2020, aveva per oggetto: “Selezione pubblica per esami per la copertura di n°1 posto di Istruttore Amministrativo cat. C tempo indeterminato e pieno presso il Comune di Sansepolcro riservato agli appartenenti alle categorie protette di cui all’articolo 18 comma 2 della Legge n°68/99”. Ad una prima lettura, e per i non addetti ai lavori, potrebbe sembrare un concorso solo per categorie protette, invece, sono stati ammessi a partecipare, con riserva, alle prove di selezione 31 candidati e di questi nessuna delle quattro persone che hanno superato la selezione ha il titolo di riserva per la legge n°68/99. Il numero esiguo di candidature, rispetto alla platea dei possibili aspiranti, ci fa pensare che molti non hanno presentato la loro domanda perché credevano che fosse un concorso riservato “esclusivamente” alle categorie protette. Effettivamente dal titolo, poteva sembrare che non ci fosse nessuna possibilità per chi non avesse quei requisiti specifici. Il concorso è stato bandito in pieno periodo COVID-19, e ci chiediamo quali strumenti sono stati usati, oltre alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale prevista per legge, per permettere a tutti pieno accesso alle informazioni e garantire la necessaria trasparenza. Inoltre, vorremmo sapere che ne sarà della graduatoria in essere, verranno fatte altre assunzioni in Comune e potrà essere usata da altri enti? Ancora una volta chiederemo spiegazioni al Sindaco Cornioli, con una apposita interrogazione in Consiglio Comunale, perché non capiamo le diverse modalità di selezione del personale che cambiano con una discrezionalità che ci sembra non garantisca pari diritti ai cittadini.  Per alcune posizioni si è optato per il concorso pubblico, per altre si è fatto riferimento a vecchie graduatorie di altri enti, per altre si è proceduto con mobilità da enti pubblici. Si sono usati strumenti diversi, tutti leciti, ma non vorremmo che venisse pregiudicato in nessun modo il diritto alla partecipazione da parte dei cittadini in possesso dei requisiti richiesti. La “cosa pubblica” non può essere gestita in maniera esclusiva senza garantire a tutti i cittadini la possibilità di acquisire le informazioni corrette, in un momento in cui molti giovani laureati sono in cerca di un’occupazione.

Redazione
© Riproduzione riservata
28/09/2020 10:52:08


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