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Politica sotto l'ombrellone: intervista con Claudio Maggini vice sindaco ad Anghiari
"Soddisfatto di quello che abbiamo fatto per la città"
Consigliere di minoranza durante la legislatura del sindaco Riccardo La Ferla ed esponente di maggioranza dal giugno 2016, quando ad Anghiari è maturata la storica vittoria di Alessandro Polcri. Claudio Maggini, imprenditore artigiano e fido scudiero del primo cittadino, ha iniziato l’attuale mandato come assessore all’assetto del territorio, poi in corsa è divenuto anche vicesindaco.
Maggini, l’esito delle elezioni regionali potrà influire sugli equilibri politici nazionali?
“Penso di sì, specie se dovessero maturare risultati significativi come ad esempio la vittoria del centrodestra in Toscana. Certamente, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle faranno l’impossibile pur di tenere duro, anche se prima se l’erano dette di tutti i colori. Il desiderio e il mantenimento della poltrona ha subito spazzato via i vecchi rancori”.
Alle regionali del 20 e 21 settembre prossimi in Toscana, ci può stare il ribaltone, dal momento che anche i sondaggi sembrano evidenziare un sostanziale equilibrio?
“Al di là dei sondaggi, sto notando come il popolo della sinistra e del centrosinistra sia molto scontento. Ho visto gente letteralmente stufa di determinati atteggiamenti, un po’ come successo nella vicina Umbria, anche se il tutto è stato poi amplificato dalla vicenda di “concorsopoli”, determinante per la sconfitta elettorale. E poi, credo che dopo decenni e decenni un ricambio sia anche “salutare”, perché impone serie riflessioni a chi detiene il potere per lungo tempo e che per questo motivo si sente oramai invincibile e intoccabile, per cui non si pone nemmeno determinati interrogativi sui reali bisogni della gente”.
Con quanto interesse la provincia guarda all’esito delle comunali ad Arezzo?
“E’ fuori discussione che per determinati equilibri politici il peso elettorale della città capoluogo faccia la differenza, però credo che sulla rielezione a sindaco di Alessandro Ghinelli non vi siano problemi: ad Arezzo ha lavorato super-bene e anche la sinistra gli ha dato i consensi. Non penso quindi che gli aretini gli volteranno le spalle, anche se c’è chi tenta di fargli pesare la vicenda Coingas: la sinistra deve imparare a vincere con la forza delle competenze e non con altri strumenti”.
Tempo di bilanci anche ad Anghiari: siete soddisfatti di quanto, come amministrazione, avete realizzato in questi quattro anni?
“Direi super-soddisfatti! Non dimentichiamo un fattore importante: nei primi due anni, la capacità mutuatoria del Comune di Anghiari era pari a zero. Non era possibile prendere in prestito nemmeno 10mila euro e ciò significa che a prevalere era una sola voce: debiti. Per due anni, siamo riusciti a rimettere in sesto i conti e la situazione più in generale: a quel punto, è stato possibile anche operare. Voglio ricordare la risistemazione di Palazzo Corsi e quella di Porta Sant’Angelo e della cappella, il salto di modernità che abbiamo fatto compiere al paese con la fibra ottica ultraveloce, l’inizio della riqualificazione energetica con la luce pubblica a led, i soldi per la ciclopista che collega con Sansepolcro e Monterchi, il piano del traffico e i bandi vinti per le mura e per la ex stazione ferroviaria. Non solo: dopo 15 anni, abbiamo riasfaltato diverse strade”.
Siete quindi intenzionati, la prossima primavera, a riprovarci? E un eventuale ricompattamento del Partito Democratico può essere l’insidia numero uno?
“Ancora è presto per elaborare strategie. L’argomento verrà senza dubbio affrontato al momento giusto e non nego che vi sia la voglia di dare continuità al lavoro fatto, specie laddove abbiamo iniziato e dobbiamo portare a termine l’opera. Per ciò che riguarda il Pd, non vi sono ancora le condizioni per l’unificazione: troppi contrasti fra le due donne forti (Barbara Croci e Lara Chiarini n.d.a.) del partito”.
E Claudio Maggini è disponibile a riprovarci?
“Ancora non ho deciso niente. Dipenderà anche dalle situazioni che verranno a crearsi, ma tutto al momento è prematuro”.
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