L’Egitto libera 530 detenuti, pressing per Zaki
L’Italia chiede ad Al-Sisi di includerlo nella lista degli scarcerati per il rischio Covid
L’Egitto libera 530 detenuti per il rischio di contagio da coronavirus e l’Italia chiede al presidente Abdel Fatah al-Sisi di includere nella lista Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna arrestato il 7 febbraio e tenuto in carcere senza un processo, con la detenzione prolungata in automatico di 15 giorni in 15 giorni. Tanto più che il 29enne dottorando è un soggetto a rischio, soffre di asma, e se dovesse ammalarsi nella sovraffollata prigione di massima sicurezza di Tora, dove sono stati già registrati casi di Covid-19, le conseguenze potrebbero essere serie. Appena si è diffusa la notizia delle intenzioni del governo del Cairo, che intende allentare la pressione sulla popolazione carceraria dopo il riesplodere dell’epidemia nelle ultime settimane, a Bologna si è riaccesa la speranza.
«Propaganda sovversiva»
Zaki è accusato di «propaganda sovversiva», per un post su Facebook in difesa dei diritti degli omosessuali, non è implicato in nulla di grave e in un regime carcerario duro come quello di Tora, dove sono detenuti oppositori e sospetti terroristi, è per lui insostenibile. Il rettore dell’Università, Fancesco Ubertini, si è appellato al governo italiano, alla Commissione europea e «alle numerosissime istituzioni che hanno aderito alla nostra mozione e a tutte le università del mondo che hanno sottoscritto i principi della Magna Charta affinché facciano sentire la propria voce: è l’occasione per mettere fine a questa assurda vicenda e poter restituire Patrick alla sua vita e ai suoi studi, spero di poterlo riabbracciare presto qui a Bologna».
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