Cinque domande con… Davide Comandi, titolare di Alfa srl a Pieve Santo Stefano

"Il Governo, a mio avviso, doveva essere più chiaro fin dall’inizio: siamo pronti alla ripartenza"
Istituzioni, associazioni, sportivi ma c’è anche il mondo dell’imprenditoria all’interno della rubrica “Cinque domande con”. E’ il turno di Davide Comandi, titolare della ditta Alfa Srl di Pieve Santo Stefano: azienda specializzata nella realizzazione e vendita di infissi, oltre a lavori di carpenteria metallica.
· Come sta vivendo questo periodo la sua azienda?
“Diciamo che questa vicenda legata al Coronavirus la possiamo dividere su due binari: uno legato alla parte operativa ed economica, mentre l’altro è la tutela dei collaboratori. Siamo chiusi come previsto dal decreto, seppure noi lo eravamo già fatto una settimana prima dell’ufficialità poiché avevamo riscontrato delle misure di sicurezza non tali da poter andare avanti”.
· Il suo settore è quello degli infissi: crede che ci possano essere delle contrazioni sul mercato locale e nazionale per il 2020?
“Sicuramente una contrazione avverrà anche nel campo degli infissi, seppure credo sarà più generalizzata e non solo al nostro settore. L’infisso, però, dovrebbe essere un qualcosa che garantisce un beneficio a chi abita e il suo rinnovo contribuisce alla pulizia dei locali. Dei cali ci saranno sicuramente, anche perché la gente avrà paura ad acquistare in questo momento e soprattutto spostarsi. Proprio per questo abbiamo, come Alfa, attivato tutte le moderne piattaforme disponibili per venire incontro al cliente garantendo un pacchetto a 360 gradi: videoconferenze, social, strumenti per proiettare l’infisso come verrà al momento dell’installazione oppure la gestione delle pratiche relative alla detrazione fiscale, ma anche la firma digitale per i contratti. Tutto in forma gratuita per i clienti”.
· Come giudica l’operato del Governo in questa situazione di emergenza?
“Ci troviamo di fronte ad una situazione difficile da giudicare. La sostanza è che il Governo, a mio avviso, doveva essere più chiaro fin dall’inizio; essere più concreto nel dare gli aiuti alle imprese. Soprattutto nei confronti di quelle realtà, un po’ come la nostra, sempre adempiente verso tutti. Lo Stato ad oggi non ha armi efficaci, con accessi difficili al credito e nella gestione della cassa integrazione: proprio stamani i miei dipendenti mi hanno detto che la cassa integrazione non è ancora arrivata; per questo abbiamo fatto fronte noi con gli stipendi del mese di marzo. Abbiamo strumenti completamente inadatti per le sovvenzioni in ambito imprenditoriale: i 600 euro sono niente per un’azienda. Porto l’esempio della mia impresa: avendo dei fatturati importanti, lo Stato ci ha chiesto comunque l’invio di tutte le fatture; sostanzialmente abbiamo dovuto adempiere a tutto. Siamo in regola con le scadenze al 16 del mese come se l’emergenza Covid-19 non esistesse”.
· Quale soluzione adottare per far ripartire l’economica nel migliore dei modi?
“Per prima cosa riportare ad una condizione di operatività le aziende e le varie attività, chiaramente con i giusti criteri di sicurezza; questo sia per le imprese che per le varie attività ludico creative insieme a bar e ristoranti. Dovrà essere una ripartenza, per quanto ci riguarda, nella quale è previsto pure uno snellimento di tutte quelle attività burocratiche: sarebbe importante avere una business plane dove sono indicate le varie autorizzazioni necessarie; insomma, un qualcosa dove è indicato quello che puoi o non puoi fare, dei paletti da seguire tanto per intendersi. Sarà una ripartenza difficile, dove occorrerà dare ampio spazio all’aspetto sicurezza”.
· Si è fatto un’idea di che mondo economico avremo davanti per i prossimi mesi?
“Sarà un mondo dove andranno a mancare tutti quei rapporti interpersonali, come può essere una semplice stretta di mano. Saranno incontri asettici con il cliente, pensate l’approccio all’interno di uno showroom oppure dentro un cantiere. Il problema principale può essere la chiusura a riccio del mercato: in una situazione come questa non bisogna dimenticare che la casa è pur sempre un bene di rifugio, dove quello che investi rimane anche se è vero che il serramento non è un bene di prima necessità. Ci sarà nel futuro una sofferenza economica, dove aziende saranno costrette alla diminuzione del personale oppure alla chiusura mentre altre guadagneranno fette di mercato. Andranno sicuramente ad aumentare quei settori dedicati alla sanificazione oppure alla pulizia: ci sarà un assestamento. Ci saranno opportunità di crescita anche per il nostro settore, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno: proprio per questo voglio portare tutti i collaboratori ad un alto livello di sicurezza. Sicurezza nei confronti del dipendente, significa sicurezza anche verso il cliente. Credo nella ripartenza, faremo di tutto e abbiamo i giusti strumenti per stare vicino al cliente”.
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