Opinionisti Giacomo Moretti

È sempre stata la più bella

Noi italiani abbiamo a nostro vessillo non “un tricolore” ma “il tricolore"

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“E la bandiera dei tre colori è sempre stata la più bella, noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà”. Così iniziavano a cantare nel 1848 Cordigliani e Dall’Ongaro, autori di una delle più conosciute e affascinati canzoni patriottiche italiane. Una musica che sarà utilizzata da tutti quei paesi del mondo che possono vantare come vessillo nazionale un tricolore.

Ebbene, noi italiani abbiamo a nostro vessillo non “un tricolore” ma “il tricolore” (mi verrebbe da aggiungere che è meglio diffidare delle imitazioni). Ma questo è un altro tema.

Invece voglio parlare di noi. Sì, di noi italiani. Siamo un popolo strano, un popolo che sa dare il meglio di sé nei momenti di estrema difficoltà; un popolo straordinario del resto lo è proprio quando si palesano situazioni straordinarie.

Impossibile fare in poche righe una carrellata storica rispetto al percorso che ci ha portato ad essere un popolo. La storia ha attraversato il nostro Paese nei secoli, talvolta lo ha fatto usando il piede pesante di eserciti stranieri, talvolta con eventi naturali terribili. Altre volte siamo stati proprio noi a crearci guai, terrorismo, mafia e gli esempi purtroppo non mancherebbero.

Vengono i brividi solo a pensare  alla storia che abbiamo cavalcato dal 1848 ad oggi, una storia che ci ha forgiati, che ci ha dato un’unità territoriale, una capitale, una costituzione, uno sviluppo economico e sociale enorme. Uno sviluppo che solo noi italiani sappiamo creare, forti della nostra storia. Mi sorgono in mente le nostre signorie che prestavano i denari ai grandi re e ai grandi imperatori; le nostre repubbliche marinare che conquistavano il mondo conosciuto e scoprivano quello sconosciuto. Mondo sconosciuto reso noto grazie al legno di Castiglia e ad un cervello tutto italiano.

Siamo abituati alle sfide. Non a sfide comuni, ma a quelle che se le perdi non esisti più.

Ebbene, noi italiani siamo ancora qui, segno che quelle grandi sfide le abbiamo vinte. Sfide dagli esiti repentini, come quella di Caporetto, che dopo la disfatta provocò una reazione talmente forte che gli italiani non arrivarono a Vienna fermati solo dalla diplomazia internazionale.

Si potrebbero fare centinaia di esempi scorrendo avanti ed indietro per i secoli più o meno recenti della nostra storia.

Ora siamo davanti ad una nuova sfida. L’esito, come tutte le altre sfide che la storia ci ha posto davanti, è segnato. Noi questa sfida la vinceremo. Perché vincere le sfide più importanti è requisito essenziale del nostro essere, del nostro essere italiani. Oggi, più che mai, quella bandiera è ancora più bella. È bella perché ci rappresenta come popolo e come nazione. Una bandiera che sventoliamo davanti a una partita di calcio, in occasione delle sfide sportive. Ed è giusto così.

A maggior ragione, una bandiera da esporre oggi, perché simboleggia tutte le battaglie che come popolo abbiamo dovuto affrontare e che abbiamo vinto.

Dobbiamo lottare, non dobbiamo scoraggiarci. Ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo, piccolo o grande che sia. È vero insieme ce la faremo, perché è qualcosa che è già successo. Presto torneremo a cantare nelle nostre piazze: “Noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà”. Una libertà che, come abbiamo fatto in passato, siamo sempre riusciti a riprenderci.

 

Giacomo Moretti
© Riproduzione riservata
16/03/2020 09:17:06

Giacomo Moretti

Nato ad Arezzo – Dopo aver assolto agli obblighi di leva comincia subito a lavorare, dalla raccolta stagionale del tabacco passa ad esperienze lavorative alla Buitoni e all’UnoaErre. Si iscrive “tardivamente” all’età di 21 anni alla Facoltà di Giurisprudenza di Urbino dove conseguirà la laurea in corso. Successivamente conseguirà il Diploma presso la Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Assolta la pratica forense, nel 2012 si abilita all’esercizio della professione forense superando l’esame di stato presso la Corte d’Appello di Firenze. Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Arezzo esercita la professione forense fino al dicembre 2016. Attualmente si è sospeso volontariamente dall’esercizio della professione di avvocato per accettazione di incarico presso un ente pubblico a seguito della vincita di un concorso. Molto legato al proprio territorio, Consigliere comunale ad Anghiari per due consiliature consecutive. Pur di non lasciare la “sua” Anghiari vive attualmente da pendolare. Attento alla politica ed all’attualità locale e non solo, con il difetto di “dire”, scrivere, sempre quello che pensa. Nel tempo libero, poco, ama camminare e passeggiare per la Valtiberina e fotografarne i paesaggi unici.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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