Sansepolcro: risistemata al meglio la tail water sul Tevere

Il plauso del Mosca Club Alto Tevere al Consorzio 2 Alto Valdarno
Una tail water sul Tevere risistemata come non avveniva da tempo, che può degnamente accogliere gli ospiti provenienti da tutto il mondo. Stiamo parlando del tratto di fiume lungo 2 chilometri e 400 metri sulle due sponde, che parte a valle di Montedoglio e arriva fino al ponte sulla Senese Aretina a Sansepolcro, nel quale dal 2003 viene esercitata la pesca “no kill” (o anche pesca con la mosca artificiale), che consiste nel rilascio del pesce – in particolare le specie trota e temolo – dopo averlo preso. Una passione che porta ogni estate migliaia di pescatori da ogni parte del globo, quali diventano in automatico turisti e non certo per un solo giorno. Un periodico di settore della Finlandia ha definito questo spicchio di Valtiberina come uno dei dieci luoghi in assoluto più belli d’Europa, ora ulteriormente esaltato dal lavoro del Consorzio 2 Alto Valdarno, che ha saputo intervenire senza compromettere flora e fauna in un tratto molto delicato. Si pensi soltanto che fino a poche settimane fa il Tevere era nascosto dalla vegetazione infestante e lo si poteva raggiungere solo attraverso i “single track” a piedi. Gli apprezzamenti per la qualità delle manutenzioni arrivano per iscritto dal Mosca Club Alto Tevere che, in convenzione con la Regione Toscana, gestisce l’attività sportiva sul posto: “Nulla a che vedere con gli interventi in "modalità Attila", contro i quali molti puntano il dito, perché responsabili dell’impoverimento floro-faunistico degli ambienti perifluviali, senza raggiungere i risultati sperati in termini di sicurezza e prevenzione del rischio idraulico”, ha dichiarato Filippo Rondoni, presidente dell’associazione, nel ringraziare consorzio e Regione. “Lo sfalcio di erba e arbusti e l’eliminazione delle piante infestanti – ha aggiunto Rondoni - sono stati portati avanti con una selezione attenta e rispettosa della delicatezza dell’habitat presente nella tail water, una sorta di laboratorio a cielo aperto dove, ogni anno, si assiste alla naturale riproduzione di trote e temoli e alla colonizzazione dell’ambiente da parte di nuove specie di insetti”. Ed ecco l’illustrazione del lavoro da parte dell’ingegner Chiara Nanni del Consorzio 2 Alto Valdarno: “Abbiamo rimosso solo le alberature che ostacolavano le correnti di piena o che, giunte a maturazione, presentavano un elevato grado di instabilità e che, proprio per questo, avrebbero potuto trasformarsi all’improvviso in ostacoli capaci di favorire situazioni di rigurgito e di intasamento delle infrastrutture. La selezione è stata attuata in modo da mantenere le associazioni vegetali in condizioni giovanili, non pericolose dal punto di vista della sicurezza idraulica e sufficienti a ombreggiare le acque per evitarne l’eccessivo surriscaldamento, una minaccia per la sopravvivenza della fauna”.
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