Istruzione, uno studente delle superiori su tre ha voti insufficienti in italiano
Lo rivela il rapporto Istat «Benessere equo e sostenibile»
Bocciata la scuola made in Italy. I livelli di istruzione nella Penisola sono inferiori a quelli della media europea. Lo riferisce l’Istat nel rapporto sul Benessere equo e sostenibile. «Nell'ultimo anno - rileva - gli indicatori del dominio istruzione e formazione mostrano una generalizzata tendenza al miglioramento, tuttavia i livelli raggiunti in Italia sono inferiori a quelli della media europea».
Tutti gli indicatori relativi al livello di istruzione raggiunto dalla popolazione hanno però un andamento positivo. Nel 2018 si è ridotta la quota di giovani tra 15 e 29 anni che non lavoravano e non studiavano (Neet) (23,4%, -0,7 punti percentuali rispetto al 2017) mentre è aumenta quella con esperienze di partecipazione culturale (27,9%, +0,8 punti percentuali sull'anno precedente) e di formazione continua (8,1%, +0,2 punti percentuali rispetto al 2017).
Permane la criticità dell'abbandono scolastico precoce, con significative differenze regionali e per genere. Nel 2018, il 14,5% dei giovani tra 18 e 24 anni non ha conseguito il diploma di scuola superiore di secondo grado e non frequenta corsi di studio o formazione (13,8% nel 2016). Nel corso dell'anno scolastico 2018/2019, la quota di ragazzi che frequentano il secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado e non raggiungono la sufficienza (low performer) nelle competenze è del 30,4% per l'italiano e del 37,8% per la matematica.
Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiungono un livello sufficiente sale al 41,9% per le competenze in italiano e al 53,5% per quelle in matematica. Il livello di istruzione, insieme alla condizione occupazionale ed economica, è direttamente legato alla possibilità di rimanere attivi e di essere inseriti pienamente nella vita culturale e sociale di una comunità. Tra coloro che hanno conseguito un titolo di studio elevato, infatti, l’Istat rileva una percentuale doppia rispetto alla media italiana di partecipazione alla formazione continua a tutte le età, una partecipazione alle attività culturali più frequente e anche competenze digitali più avanzate.
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