Morto a Roma Piero Terracina, tra gli ultimi sopravvissuti di Auschwitz
Il cordoglio della presidente della Comunità Ebraica
Si è spento a Roma Piero Terracina, uno tra gli ultimi sopravvissuti al campo di sterminio di Auschwitz. Nato a Roma nel 1928, subisce come tutti gli ebrei italiani l’infamia delle leggi razziali. Sfugge assieme alla sua famiglia la razzia degli ebrei romani il 16 ottobre 1943, ma viene arrestato poi, il 7 aprile del ’44 su segnalazione di un delatore fascista che vende ai nazisti lui e i suoi famigliari. Dopo qualche giorno di detenzione al carcere di Regina Coeli, e nel campo di Fossoli, Terracina viene deportato ad Auschwitz con tutta la sua famiglia, i genitori, i fratelli, lo zio e il nonno.
Nella sua testimonianza Terracina ricorderà sempre il momento in cui è stato separato all’arrivo ad Auschwitz dai famigliari. La benedizione e l’ultimo abbraccio della madre, il saluto del padre, che si allontana diretto alle camere a gas, «non li rividi più» ricordava ogni volta tra le lacrime nella sua testimonianza. Nel campo di sterminio, tra le atroci sofferenze, Piero conosce un ragazzo che poi diventerà suo amico per tutta la vita: è Sami Modiano, italiano deportato a Rodi.
Liberato il 27 gennaio del ’45, Terracina torna da solo dall’inferno di Auschwitz: della sua famiglia vengono tutti uccisi. Per anni non parla di quella tragica esperienza, poi dagli anni ’80 diventa uno dei testimoni più attivi, soprattutto nelle scuole assieme al suo amico Sami. Testimone instancabile, e fonte preziosa per gli storici, il suo impegno nella memoria volge anche nel combattere ogni forma di razzismo e antisemitismo. Accompagnava le scolaresche nei viaggi della memoria, commuovendosi sempre, li nello spesso punto, dove salutò per l’ultima volta i suoi cari. Diceva spesso, rivolgendosi ai ragazzi, che la memoria è ciò che lega il passato al presente.
Commenta per primo.