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Olimpiadi 2026, Malagò: "Torino può ripensarci, c'è tempo"

Zaia: faccio ultimo appello a Appendino

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Con una candidatura a due ''è' sicuro che l'Italia ha meno possibilità di vincere, non avendo le garanzie del Governo''. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò ai microfoni di Radio Anch'io su Radio lasciando ancora aperto uno spiraglio per un ripensamento di Torino a rientrare nel tridente per organizzare le Olimpiadi invernali del 2026: ''Siamo ancora in tempo - afferma Malagò - non credo che Losanna non ci prenda in considerazione, oggettivamente è assolutamente aperta''.

''Questa non è una sfida o una prova muscolare, approfitto per fare un ultimo appello alla sindaca Appendino, avevo battezzato io il tridente''. Ai microfoni di Radio Anch'io su Radio 1, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, fa un ultimo tentativo per far tornare Torino in corsa per l'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026. ''Io sono un inguaribile ottimista, ci sono non solo i 980 milioni per le Olimpiadi. Noi rinunciamo anche al tema del posizionamento del nome, è un peccato sciupare questa opportunità''.

"Oggi saremo a Losanna dal Cio, la fiamma della speranza rimane accesa". Quando esce da Palazzo Chigi dopo l'incontro con Giorgetti, Giovanni Malagò annuncia che il Coni ci crede ancora alla possibilità della candidatura olimpica italiana per il 2026. Si sono dette disposte ad andare avanti Milano e Cortina, e infatti con i rappresentanti del comitato olimpico italiano (guidati molto probabilmente da Diana Bianchedi) ci saranno il vice sindaco di Cortina Luigi Alverà e l'assessore allo sport di Milano Roberta Guaineri

'La proposta è morta qui': il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, in commisione Istruzione al Senato sul tema delle Olimpiadi invernali, spiega che la candidatura così non può andare avanti. Ed argomenta: "Io ritengo che una cosa così importante come la candidatura olimpica deve prevedere uno spirito di condivisione che non ho rintracciato tra le tre città" (Milano, Torino e Cortina). "Per questo il governo non ritiene che una candidatura così come formulata possa avere ulteriore corso. Questo tipo di proposta non ha sostegno del governo, è morta". 

"Io ovviamente giudico negativamente questa situazione - ha proseguito il sottosegretario -. A lungo, fino a ieri, è stata discussa la proposta della candidatura condivisa. Sono stati approfonditi vari aspetti, cercando un minimo comune denominatore tra le tre città proponenti. L'obiettivo era duplice: avere un'unica gestione evento a livello nazionale presso Presidenza del consiglio, che gestiva si soldi, e avere una partecipazione paritetica tra le tre candidate senza che nessuna prevalesse. Su questo - ha detto ancora Giorgetti -, si è innescato un dibattito che non ha portato a soluzione".

"Se Lombardia e Veneto vogliono andare insieme, se ne faranno carico loro anche in termini di oneri. In caso di candidatura tridente il Governo avrebbe messo le garanzie, in questo caso non ci saranno ma dovranno fornirle loro. Se poi anche Torino volesse... deciderà il Coni", ha detto ancora Giorgetti, a margine dell'audizione in Senato nella quale ha annunciato che per il Governo la candidatura a tre città per le Olimpiadi 2026 "è morta qui".  "Se lo Stato ritiene di non intervenire vedremo di cavarcela con le nostre risorse". Lo ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, rispondendo alle dichiarazioni del sottosegretario allo presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se Lombardia e Veneto sono disposte ad ospitare i Giochi pagandoli, Fontana ha risposto "Sì, con gli aiuti del Cio certamente. Noi abbiamo mai chiesto niente?".

"Grazie a Giancarlo Giorgetti per il lavoro fatto sulle Olimpiadi. La verità è che in questa vicenda abbiamo purtroppo pagato l'atteggiamento del Coni che, nel tentativo di non scontentare nessuno, non ha avuto il coraggio di prendere una decisione chiara sin dall'inizio, creando una situazione insostenibile in cui come al solito si sarebbero sprecati soldi dello Stato. A questo punto chi vorrà concorrere dovrà provvedere con risorse proprie". E' quanto afferma sui social il vicepremier Luigi Di Maio

Appendino, senza governo niente condizioni - "In Piemonte, senza il pieno sostegno e l'impegno economico del Governo non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi". Così la sindaca di Torino, Chiara Appendino. "La scelta naturale era Torino - dice - ma non ci siamo tirati indietro sulla possibilità di condividere con altri. Oggi prendiamo atto che non ci sono le condizioni per presentare questa candidatura multipla e che il Governo non è disponibile ad assumersi gli oneri finanziari di altre candidature, che siano a una o due città"

Rilanciano Zaia e Fontana. "Arrivati a questo punto - sostengono  - è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto.   Il tempo della tattica è terminato. L'occasione è troppo importante per lasciarsela sfuggire, quindi ribadiamo ancora una volta in maniera inequivocabile che Regione Veneto e Regione Lombardia hanno come unico traguardo quello di portare in Italia le Olimpiadi invernali del 2026" scrivono nella nota congiunta i due governatori. "La Lombardia, con Milano e la Valtellina, e il Veneto, con Cortina, sono pronti a unire le forze e fare squadra per garantire all'Italia una candidatura qualificata. Il binomio delle due regioni che, di fatto, sono il motore trainante dell'intero Paese è la garanzia più importante per centrare l'obiettivo, anche potendo contare sul prestigio internazionale di Milano e sull'unicità di Cortina".

A giudizio del sindaco di Cortina d'Ampezzo (Belluno) Gianpietro Ghedina, si tratta di una "una opportunità, Veneto e Lombardia assieme, con l'asse Cortina-Milano da cogliere comunque". "Spiace - dice al proposito Ghedina sentito dall'ANSA - che il Piemonte, e il M5s non siano con noi ma la candidatura era ed è seria per come siamo abituati a lavorare noi veneti e i lombardi". "E' una grande occasione che sempre più si può cogliere - aggiunge -per il bene delle Alpi ma per tutta l'Italia". "Siamo della partita - conclude Ghedina per il quale lo stallo è già superato - supportati da un grande lavoro già svolto fino ad oggi e che resta".

ansa.it
© Riproduzione riservata
19/09/2018 08:48:53


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