Anghiari: due amici d'infanzia che vivevano a Catigliano si sono ritrovati dopo 57 anni nel paese di origine
Pio Maioli e Giuseppe Festini, oggi entrambi 79enni, si sono rivisti domenica mattina al Campo alla Fiera. Tanti abbracci, battute scherzose e pranzo al Castello di Sorci
Rivedersi dopo 57 lunghi anni e dopo un'infanzia vissuta insieme, anche a scuola. Una bella storia, una storia alla ...Carràmba senza intermediari televisivi, perché a ritrovarsi hanno provveduto gli stessi protagonisti, due baldi coetanei di Anghiari (divisi da qualche mese appena) che portano benissimo i loro 79 anni e che soltanto nel paese di Baldaccio avrebbero potuto rinnovarsi l'appuntamento, nel ricordo di Catigliano, la piccola località sulle dolci colline della zona nella quale erano cresciuti. C'era ancora e per telefonini, internet e Facebook era ancora presto. L'uno, Pio Maioli, si era trasferito nel 1960 a Firenze con la famiglia; ha lavorato come camionista (a suo tempo anche a Sansepolcro) e oggi, seguendo la tradizione del nonno e del padre, continua a fare il rabdomante. Anche l'altro, Giuseppe Festini, aveva dovuto fare le valigie di lì a poco, nel 1961: maresciallo della Guardia di Finanza uscito dalla scuola di Predazzo, ha girato l'Italia per poi fermarsi a Fano, città di residenza. Anghiari si trova peraltro a metà strada fra Firenze e Fano e il bar del Campo alla Fiera è il luogo concordato dai due amici per le 10 di domenica mattina. La puntualità è massima. Pio si è portato la moglie Maria e poi Sonia, una delle figlie (l'altra, Sabrina sarebbe arrivata più tardi), con il genero e la nipote, mentre Giuseppe è rimasto vedovo: ha due figli anche lui, Fabrizio e Sirlene, ma lo accompagna la sorella Assuntina, che abita ad Anghiari. Un abbraccio sentito, una sensazione indescrivibile e le battute scherzose che prendono il posto delle lacrime, forse per esorcizzarle; slang fiorentino da una parte e inflessione un po' marchigiana dall'altra fra due anghiaresi, che per l'occasione vogliono rispolverare il loro vernacolo. Giuseppe ricorre a una deformazione professionale: "Per essere sicuro che fosse Pio, gli ho chiesto carta d'identità e codice fiscale – ha detto – ma ora più lo vedo e più noto come assomigli al padre. Non so se canta bene come faceva lui in chiesa". È stato proprio Giuseppe a compiere il primo passo. Racconta: "Ci eravamo persi totalmente e avevo anche provato su Facebook; mi sono messo allora a consultare l'elenco telefonico, poi – una volta trovato il numero - l'ho chiamato. Se indovini chi sono – gli ho detto – ci sono cento milioni in gettoni d'oro". La replica di Pio: "Per fortuna che ne ho ancora alcuni". Gli anni della giovinezza trascorsi nella stessa classe elementare e le bravate tipiche dell'età: i parenti ascoltano compiaciuti. C'è aria di grande festa in una giornata di sole che più bella non potrebbe essere. "Anche mia moglie è di Anghiari – sottolinea Pio – e, non appena sente parlarne in televisione, abbandona subito quello che sta facendo". Il programma prevede una visita "scontata" a Catigliano e il pranzo al vicino Castello di Sorci: immancabile anche questo. Prima, però, Pio prende le bacchette a "V" e lo speciale "armamentario" del rabdomante per verificare se sotto il Campo alla Fiera vi siano vene d'acqua. "Qui ce n'è una e corre in questa direzione", indica subito. Al momento dei saluti, anche noi ci abbandoniamo allo spirito: "Signor Pio, con il rischio siccità che incombe qui da noi, di trovare acqua c'è proprio bisogno!".
Nella foto: Pio Maioli (a sinistra) e Giuseppe Festini
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