Grande partecipazione alla Pinacoteca di Città di Castello per i Sigilli della città

Un evento che ha registrato un forte interesse da parte della cittadinanza
Si è svolta con straordinaria partecipazione di pubblico la restituzione simbolica degli antichi e pregiati sigilli della città ai tifernati, presso la Pinacoteca comunale di Città di Castello sabato 6 dicembre, un evento che ha confermato il forte interesse del territorio per le iniziative culturali di qualità. La sala ha registrato una presenza numerosa e attenta, con cittadini, appassionati d’arte, studiosi e rappresentanti delle istituzioni che hanno seguito con vivo coinvolgimento gli interventi dedicati al valore storico, artistico e simbolico dei sigilli presentati. La cerimonia pubblica ha rappresentato un momento di particolare rilievo per la valorizzazione del patrimonio culturale locale, offrendo al pubblico un’occasione di approfondimento e confronto su temi legati alla memoria storica e all’identità del territorio. I sigilli sono stati collocati in una teca su misura, all’interno del percorso espositivo della Pinacoteca, nella sala denominata “Studiolo”, al fine di restituirli al pubblico godimento esattamente nel luogo in cui un tempo erano esposti. L’iniziativa si è potuta realizzare grazie all’Associazione TifernArte del presidente Marco Baldicchi, che ha proposto il progetto di esposizione all’amministrazione comunale e ai mecenati di Art Bonus, Maria Grazia Mignini Onofri, Silvia Mercati e Francesco Zaccardo di Generali Italia Agenzia generale di Città di Castello, calorosamente applauditi da tutti i presenti. «Questa straordinaria partecipazione dimostra quanto la nostra comunità senta forte il legame con la propria storia e il proprio patrimonio culturale» ha dichiarato il sindaco di Città di Castello Luca Secondi. “La Pinacoteca si conferma uno spazio vivo, non solo di conservazione ma di incontro e crescita culturale”. Soddisfazione anche da parte dell’assessore alla Cultura Michela Botteghi, che ha evidenziato: “Eventi come questo rappresentano il cuore della nostra politica culturale: rendere accessibile il sapere, valorizzare beni spesso poco conosciuti e coinvolgere il pubblico con momenti di approfondimento di alto livello”. Letizia Michelini, consigliera dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria, ha infine sottolineato come «la risposta del pubblico sia il miglior riconoscimento al lavoro svolto quotidianamente: l’interesse dimostrato attorno ai Sigilli certifica il valore di iniziative che sanno unire rigore scientifico e divulgazione». Il presidente di TifernArte Baldicchi ha ringraziato l’amministrazione comunale per il supporto e i mecenati per la loro generosità, esprimendo grande soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. “Dal 1995, quando la Pinacoteca venne riaperta dopo i lavori di riqualificazione – ha detto Baldicchi - coltivavo l’idea di riportare i sigilli della città dove erano esposti un tempo e oggi questo sogno si è avverato”. I mecenati del progetto, Mignini Onofri, Mercati e Zaccardo hanno rimarcato “la volontà di dare un contributo alla custodia e alla valorizzazione dell’identità tifernate rappresentata dei sigilli, con l’idea di fare un regalo alla comunità e renderla orgogliosa del patrimonio culturale e artistico di cui è ricca”. A far comprendere il valore dei sigilli e l’importanza della restituzione alla fruizione pubblica è stato il curatore scientifico del progetto, il giornalista e ricercatore numismatico Roberto Ganganelli. “I cinque tipari per sigilli e l’impronta in esposizione sono opere uniche e fanno parte del patrimonio storico e culturale di Città di Castello, segni preziosi che testimoniano l’identità civica, l’autonomia e le espressioni del potere laico nel corso dei secoli”, ha detto l’esperto. “Quasi tutti di fattura locale, escluso probabilmente il tipario del podestà Ugone Ugolini – ha spiegato Ganganelli - questi manufatti presentano un valore artistico, oltre che simbolico, tramandano l’evoluzione dell’araldica civica e testimoniano come Città di Castello fosse posta sotto la protezione dei propri patroni, Florido e Amanzio, al pari di ciò che accadeva in gran parte delle città italiane”. Le incisioni dei tipari sono realizzate, per quanto riguarda gli esemplari più recenti, con l’uso di bulini direttamente su torselli di ferro (poi temperato e indurito, come i conii per monete) e la loro raffinatezza rivela come in città esistessero artigiani qualificati nella lavorazione dei metalli in grado di dar vita a composizioni complesse. Ne sono prova, ad esempio, alcune medaglie devozionali (con San Florido e la Madonna delle Grazie) e medaglie premio (per il Seminario Vescovile) risalenti alla seconda metà del XVIII e alla prima metà del XIX secolo. A progettare la teca nella quale d’ora in poi i sigilli saranno custoditi e protetti è stato l’architetto Andrea Mercati, che ha dato conto del “lavoro approfondito e appassionato che ha permesso di ricollocare questi importanti manufatti nel pieno rispetto del contesto architettonico e dell’apparato decorativo della Pinacoteca comunale”. Con la restituzione dei sigilli della città, la Pinacoteca di Città di Castello si è confermata luogo centrale di incontro e partecipazione culturale, capace di attrarre un pubblico sempre più ampio e partecipe, contribuendo attivamente alla promozione del patrimonio storico-artistico del territorio.

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