Il comparto vitivinicolo toscano, secondo in Italia, potrebbe avere un contraccolpo

Veneri e Fantozzi: Ci vogliono misure speciali da qui alla vendemmia
“Dopo le notizie positive che hanno portato il comparto vitivinicolo toscano a raggiungere un prestigiosissimo secondo posto nel giro d’affari, scavalcando il Piemonte e attestandosi dietro al Veneto, ci sono segnali negativi che rischiano di vanificare i bei risultati ottenuti”.
Con queste parole Gabriele Veneri, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia e Vittorio Fantozzi, Capogruppo dello stesso partito in Consiglio Regionale, annunciano la presentazione di una mozione, controfirmata anche da Sandra Bianchini e Alessandro Capecchi, che mette in evidenza tutte le problematiche che stanno assillando i produttori di vino toscani e tutto il settore a essi collegati, che produce un giro d’affari annuo di ben 1,8 miliardi di euro.
Una realtà determinante, che ora però deve fare i conti con elementi negativi ai quali sta lavorando con intensità il Governo nazionale, ma che deve essere sostenuto anche da quello regionale.
“Sono diversi gli elementi che preoccupano- continuano Gabriele Veneri e Vittorio Fantozzi- come le etichettature proposte da alcuni paesi europei, gli aumenti vertiginosi dei costi di produzione, gli effetti negativi delle guerre in corso, i rischi legati ai dazi americani, le malattie della vite, nonché le modifiche nelle abitudini alimentari delle persone, sia nel mercato domestico che internazionale, con conseguente calo dei consumi.
Tutto questo alimenta un clima di incertezza che certamente incide sugli investimenti e sulla stessa attività quotidiana. Per questo noi, nella mozione, chiediamo sostanzialmente l’adozione di alcuni provvedimenti tecnici, come il finanziamento di una “vendemmia verde”, in modo da incentivare la diminuzione della produzione viticola; una distillazione di sostegno che permetta di alleggerire le giacenze delle aziende vinicole; una interlocuzione con i consorzi di tutela per modificare i disciplinari di produzione per ridurre le rese ad ettaro e una seria ed efficace politica di estirpazione “volontaria” per incentivare la scomparsa dei vigneti meno vocati.
In conclusione – dicono i due esponenti di Fratelli d’Italia- , oltre a questi passaggi molto tecnici, è necessario che la Giunta Regionale e il suo Presidente si confrontino in modo serrato con le associazioni di categoria al fine di trovare le migliori soluzioni condivise e , parallelamente, attuare una campagna di promozione del vino toscano che permetta di penetrare in mercati oggi meno favorevoli, ma potenzialmente molto ricettivi. Queste, a nostro avviso, le politiche di sostegno da attuare immediatamente”.
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