Maxi Eolico di Badia del Vento: "Casucci cambia posizione come cambia il vento"

La propaganda secondo cui l’impianto porterebbe benefici economici è fuorviante
Abbiamo appreso con sconcerto le recenti dichiarazioni del Consigliere della Regione Toscana Marco Casucci, che si è espresso a favore del progetto del maxi eolico di Badia del Vento, affermando che “non ci sono ragioni tali da frenare un progetto che avrebbe importanti ricadute economiche per la comunità”.
Una posizione sorprendente perché smentisce quanto lo stesso Casucci aveva comunicato nel novembre 2022, durante un incontro con alcuni rappresentanti dei territori dell’Alta Valtiberina e della Valmarecchia presso la sede della Regione Toscana. Allora, in qualità di Vicepresidente del Consiglio Regionale, Casucci aveva espresso forti riserve sui grandi impianti eolici in Toscana, e proprio in particolare su Badia del Vento, sottolineandone gli impatti ambientali e paesaggistici. Oggi, a meno di due anni di distanza, ne sostiene uno tra i più controversi e contestati.
Infatti questo progetto non gode del sostegno delle comunità locali, né trova riscontro in una reale domanda dal basso. Al contrario, l’unico promotore di Badia del Vento è il Sindaco di Badia Tedalda spinto da promesse di compensazioni economiche per le casse del proprio Comune.
Inoltre il progetto si inserisce in un contesto in cui sono state sollevate serie criticità procedurali e violazioni normative. Non è un caso che le Regioni confinanti Marche ed Emilia-Romagna unitamente alle Soprintendenze e a diversi loro comuni, abbiano espresso parere fortemente contrario alla realizzazione dell’impianto, rilevando impatti ambientali, paesaggistici e idrogeologici del tutto incompatibili con il contesto appenninico in cui l'impianto verrebbe realizzato.
La propaganda secondo cui l’impianto porterebbe benefici economici alla comunità è fuorviante: la realtà, ampiamente documentata in altri casi simili, mostra una situazione diametralmente opposta. Spopolamento, perdita di attrattività turistica, svalutazione degli immobili, frammentazione degli ecosistemi, compromissione del paesaggio e regressione socioeconomica sono le vere conseguenze di queste forme di industrializzazione, spinte unicamente da soggetti privati finanziati da incentivi pubblici miliardari puntualmente scaricati sulle bollette di cittadini e imprese.
Ci chiediamo dunque il motivo di questo improvviso cambio di posizione da parte del Consigliere Casucci. Perché oggi sostiene ciò che ieri giudicava dannoso?
La transizione ecologica non può essere piegata a logiche economiche, né tantomeno di tornaconto elettorale.
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