Maxi eolico in Valmarecchia: oltre 20 Associazioni criticano il presidente della Toscana Giani

Propaganda, sopraffazione e mancanza di rispetto per i territori confinanti
Le recenti dichiarazioni del Presidente della Toscana Giani, rappresentano un atto di prevaricazione politica senza precedenti, che suscita profondo sconcerto nei territori dell’Appennino romagnolo e marchigiano.
Nell’intervista rilasciata all’Unione Sarda (ottobre 2024), Giani difendeva la Toscana dai progetti eolici per tutelare il paesaggio, considerato “un valore fondamentale” anche per il turismo e lo sviluppo delle economie locali. Eppure, nel corso della trasmissione “Caffè Bollente” su Teletruria, lo stesso Giani ha espresso parole che suonano come un ok anticipato a “Badia del Vento”, il maxi eolico industriale al confine con la Romagna e le Marche, ben prima della conclusione della conferenza dei servizi.
Un comportamento gravissimo, che mina l’imparzialità del procedimento amministrativo in corso e denota una indebita interferenza politica, tanto più inaccettabile perché finalizzata a tutelare le colline toscane sacrificando le montagne romagnole e marchigiane.
È ancora più sconcertante che il Presidente Giani ignori deliberatamente il richiamo alla leale collaborazione espresso dal Presidente dell’Emilia Romagna Michele De Pascale, che aveva pubblicamente invitato a un confronto corretto e rispettoso tra territori confinanti. Il gesto di Giani non solo è uno sfregio ai territori confinanti, ma anche una mancanza di rispetto verso le istituzioni vicine e verso una richiesta legittima di tutela.
“Badia del Vento” è stato giudicato non compatibile ed in contrasto con le norme di tutela dell’ambiente e del Paesaggio da quasi tutti gli Enti e Associazioni, come dimostrano i numerosi pareri contrari delle Regioni Emilia Romagna e Marche, delle Provincie di Rimini e Forlì-Cesena, del Comune di Casteldelci (RN), dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia (con 11 Comuni della Provincia di Rimini), dei Comuni marchigiani di Borgo Pace e Carpegna, del Comune di Sestino (AR), del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello e delle Soprintendenze Toscane e Romagnole.
Eppure, il Presidente Giani dichiara che l’impianto “è voluto dal Sindaco di Badia Tedalda”: un'affermazione fuorviante e irrispettosa, aggravata dalle segnalazioni inviate alla Regione Toscana di conflitti di interesse emersi proprio in quel territorio.
Le Comunità e le Associazioni non si oppongono alle energie rinnovabili, ma a questo modello predatorio, che dietro lo slogan della transizione ecologica nasconde gravi impatti ambientali: disboscamenti, alterazione di habitat naturali protetti, minacce alla fauna (aquila reale e altre specie tutelate), compromissione di paesaggi identitari. Tutto questo a vantaggio dell’industria energetica sovvenzionata con incentivi miliardari, puntualmente scaricati sulle bollette dei cittadini e delle imprese.
Se la Regione Toscana dovesse procedere con l’autorizzazione del progetto, si aprirebbe un gravissimo conflitto istituzionale, in cui la politica imporrebbe scelte ai tecnici, forzando normative e vincoli ambientali sotto pressioni indebite. Una deriva inaccettabile, che sarà denunciata in tutte le sedi competenti, a partire dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica fino alla Commissione Europea.
Italia Nostra Valmarecchia, Arezzo, Firenze, Maremma, WWF FC-RN, D’là dé Foss, I Cammini di Francesco, Atto Primo, ALTURA, Amici della Terra, CERM (Centro Rapaci Minacciati), Associazione Tutela Trevinano e Terre di Confine, Salviamo l'Appennino Faentino Forlivese, Associazione Giardino dei Fenicotteri Piana di Lecore APS, Circolo Laudato Sì Vicopisano Monte Pisano, Onda, Crinali Bene Comune, Appennino Sostenibile, Coalizione TESS (Transizione Energetica senza Speculazione).
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