Dopo oltre dieci ore di dibattito, urla e polemiche in Regione Umbria arriva l'aumento delle tasse

Aumentano per i cittadini Irpef e Irap per coprire i "buchi" della sanità umbra
Il consiglio regionale dell'Umbria ha vissuto una delle sue giornate pi calde della sua storia, con urla e polemiche e oltre dieci ore di dibattito. E' stato approvato con 13 voti a favore (centrosinistra) e 8 contrari (centrodestra) la cosiddetta manovra bis, il prelievo fiscale - Irpef e Irap - da 184 milioni in tre anni nato per coprire il disavanzo in sanità. Prima del voto finale è stato sdoganato il maxi emendamento, sostitutivo del testo originale (la prima manovra da 323 milioni in tre anni), proposto dall’assessore al Bilancio Tommaso Bori. È stato invece bocciato un emendamento, firmato da tutti i consiglieri di minoranza, che chiedeva l’abrogazione dell’articolo riguardante l’aumento delle aliquote Irpef. Nella relazione dell’emendamento si legge che "la riduzione dei trasferimenti alla regione Umbria di circa 40 milioni va a sommarsi al deficit strutturale di 34,2 milioni di euro del consolidato regionale della sanità, e alla necessità di risorse per la ricostituzione del fondo di dotazione delle aziende sanitarie pari a 38,5 milioni, rateizzato in tre annualità. La necessità di garantire la continuità dei servizi essenziali ha determinato l’obbligo di attivare la manovra fiscale per recuperare le risorse indispensabili per assicurare: un sistema sanitario pubblico efficiente, accessibile e di qualità per tutti i cittadini; il sostegno per un efficiente e sostenibile trasporto pubblico locale; il sistema del diritto allo studio e dei servizi agli studenti; il potenziamento degli interventi nell’ambito sociale ed educativo e di contrasto alla povertà; lo sviluppo economico, le politiche attive del lavoro, la cura dell’ambiente e del territorio; il cofinanziamento integrale dei programmi comunitari fino ad oggi insufficiente. Le politiche di garanzia minima per la coesione sociale e la tenuta del sistema regionale che si intendono realizzare – si legge ancora nella relazione - richiedono importanti risorse per reperire le quali si è deciso di intervenire sulle leve fiscali parametrandone il più possibile l’effetto in base ai redditi e salvaguardando quelli più bassi". In particolare, la maggiorazione dell’addizionale regionale all’Irpef dal 2025 "opera con progressività su tutti e quattro gli scaglioni di reddito. Viene però introdotta una non applicazione della maggiorazione di aliquota regionale per i redditi fino a 28mila euro. Per la fascia 15-28 mila c'è una riduzione rispetto alla quota attuale". ed ecco chi pagherà per intero la manovra. "La proposta prevede una maggiorazione sull'aliquota base dell’1,89% per lo scaglione tra 28 mila euro e 50 mila euro (specifichiamo: si tratta del lordo), del 2,1% per lo scaglione di reddito imponibile superiore a 50 mila euro. Per i redditi da 28 a 50mila viene introdotto uno sgravio di 150 euro. La manovra prevede per il 2025, il 2026 e il 2027 la non applicazione delle maggiorazioni previste per i redditi fino a 28mila euro. Per l’Irap, dal 2026, c’è una maggiorazione dello 0,40% sull’aliquota ordinaria (3,90%). Con questo emendamento la giunta non interviene sul bollo auto". Confermata quindi la destinazione di parte del gettito ad altri settori rispetto alla sanità. Prima del voto definitivo sul provvedimento è stato approvato un ordine del giorno, presentato dai consiglieri di maggioranza, “per la salvaguardia del sistema sanitario regionale” che impegna la giunta a una serie di riforme, tra cui le reti sanitarie e la razionalizzazione della spesa. Respinti anche 2 ordini del giorno presentati dai consiglieri di minoranza uno che impegnava la Giunta “a destinare le risorse finanziarie derivanti dall’applicazione dell’atto per finalità legate esclusivamente all’ambito sanitario”; il secondo che impegnava la giunta “ad introdurre un sistema di detrazioni che mitighi l’impatto dell’aumento dei tributi regionali in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare per la parte di entrate derivanti dall’applicazione della legge regionali eccedenti la quota di 34 milioni 200 mila euro per la tutela della salute”.
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