Pd di Arezzo: "L'agricoltura è la grande dimenticata dalla politica"
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"La crisi è pagata a caro prezzo dalle aziende produttive che continuano a chiudere"
Dalla fine di gennaio è ripartita la mobilitazione degli agricoltori per chiedere interventi concreti contro la crisi che sta colpendo il settore primario.
Il Partito Democratico di Arezzo, in linea con le posizioni assunte anche dai sindaci di centrosinistra del territorio, ritiene che queste richieste debbano trovare ascolto.
Gli agricoltori svolgono da sempre un ruolo fondamentale nella difesa dell’ambiente, nella tutela della biodiversità, nella produzione di cibo di qualità, nella conservazione del paesaggio che ha contribuito a rendere la Toscana un’ambita meta turistica.
Oggi l’agricoltura vive una condizione difficile dovuta ai cambiamenti climatici, a contingenze drammatiche sul piano geopolitico come la guerra in Ucraina, all’aumento dei costi, alla speculazione finanziaria sui prodotti agricoli e alla globalizzazione dei mercati.
Assistiamo ad un continuo aumento dei prezzi del settore agroalimentare a cui non corrisponde un incremento del reddito degli agricoltori.
La crisi è pagata a caro prezzo dalle aziende produttive che continuano a chiudere, causando gravi ricadute sia a livello occupazionale che nella manutenzione dell’ambiente.
A distanza di un anno, da quando le proteste sono iniziate, la situazione delle aziende agricole nonostante le grandi promesse, non è migliorata.
Il Governo non ha mantenuto nessuno degli impegni presi nel 2024 con gli agricoltori.
L’incapacità di affrontare seriamente i temi ambientali e di sviluppo del settore agricolo, sempre più sottoposto alla concorrenza del mercato internazionale, grava per intero sulle spalle degli agricoltori.
Sarebbe utile iniziare a dare loro certezza di un impegno in ambito nazionale ed europeo che tuteli i nostri prodotti, stabilisca prezzi equi e contrasti l’importazione dai paesi che non rispettano le stesse norme ambientali, sanitarie e del lavoro.
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