Scuole a Bibbiena, accesso negato ai consiglieri. "Perché questa resistenza?"
"Perché tutta questa resistenza?" si chiede la lista di minoranza
Quando si parla di scuole, l’attenzione dovrebbe essere massima: parliamo di luoghi che accolgono i nostri ragazzi ogni giorno, dove si costruisce il loro futuro. Come consiglieri, abbiamo quindi chiesto di visitare gli edifici scolastici del Comune di Bibbiena, un diritto del tutto legittimo per il nostro ruolo. Ma quello che sarebbe dovuto essere un passaggio semplice si è trasformato in un percorso a ostacoli, che dice molto sull’approccio dell’amministrazione alla trasparenza e alla collaborazione.
Tutto inizia ad agosto, quando inviamo una prima richiesta al Sindaco per accedere alle scuole. Nessuna risposta. Silenzio totale. A dicembre, certi che ormai non avremmo ricevuto alcun riscontro, ci rivolgiamo direttamente alle dirigenti scolastiche dei due istituti. La loro risposta? Piena disponibilità, purché ci fosse un passaggio con l’amministrazione.
Torniamo quindi a scrivere, questa volta all’assessora Valentini. Questa volta la risposta arriva, ma invece di un via libera, troviamo solo rassicurazioni generiche: le scuole sono sicure, accoglienti, costantemente monitorate e manutenute. Nessuno aveva mai sostenuto il contrario, se non per il cantiere infinito della scuola media di Bibbiena, sbloccato solo di recente dal tribunale e di cui auspichiamo una rapida conclusione.
Poi arriva la parte più curiosa: l’assessora ci ricorda che il nostro ruolo di consiglieri dovrebbe limitarsi a strumenti “indiretti” di controllo, come interrogazioni e mozioni. Se vogliamo accedere agli edifici scolastici, ci viene detto, dobbiamo attendere il periodo post-natalizio e farlo alla presenza del Sindaco o di un suo delegato.
Il 9 gennaio rispondiamo, sottolineando con piacere la volontà comune di instaurare un dialogo costruttivo sulla qualità delle strutture scolastiche. Ribadiamo che la nostra richiesta era già stata inoltrata ai dirigenti scolastici, che si erano espressi favorevolmente, e che il passaggio con l’amministrazione era stato fatto proprio per garantire una collaborazione trasparente e rispettosa dei ruoli. Ricordiamo inoltre che la legge garantisce ai consiglieri comunali la possibilità di accedere a queste strutture e che né la giurisprudenza né i pareri del DAIT giustificano un diniego basato sulla distinzione tra indirizzo politico e gestione amministrativa. Al contrario, il principio di collaborazione istituzionale dovrebbe favorire un confronto aperto.
Con questo spirito, ci mettiamo a disposizione per definire una data e svolgere la nostra visita entro gennaio.
Ma Natale è passato. Gennaio anche. E della visita, ancora nessuna traccia.
Perché tutta questa resistenza?
Perché, invece di favorire la collaborazione e la trasparenza, l’amministrazione preferisce prendere tempo e sottrarsi al confronto?
La vera domanda è: il problema è il nostro diritto a visitare le scuole o la volontà di chi governa di non volerci tra i banchi?
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