Caso Visibilia: la ministra Daniela Santanchè rinviata a giudizio per false comunicazioni sociali
Schlein e Conte: "Si dimetta"
La ministra del Turismo, Daniela Santanchè, è stata rinviata a giudizio dalla giudice Anna Magelli per false comunicazioni sociali riguardanti la gestione della società Visibilia, da lei fondata e poi abbandonata. Il processo, che si terrà a Milano, rappresenta il primo confronto giudiziario diretto della senatrice di Fratelli d'Italia nel ruolo di imprenditrice.
Le richieste di processo e i coimputati
Il procedimento coinvolge 20 imputati, tra cui il compagno di Santanchè, Dimitri Kunz, e la sorella Fiorella Garnero. La Procura, rappresentata dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi, ha chiesto il processo per 17 di essi, mentre l'ex consigliere di amministrazione Federico Celoria ha optato per il patteggiamento. Due società, Visibilia Editore e Visibilia Editrice, hanno invece accettato sanzioni amministrative.
Altri procedimenti giudiziari
Il 29 gennaio la Cassazione deciderà se spostare a Roma il procedimento che vede Santanchè imputata per truffa aggravata ai danni dell’Inps, relativa alla cassa integrazione durante la pandemia. Parallelamente, è indagata per bancarotta fraudolenta dopo il fallimento della Ki Group Srl e di altre società del gruppo bioalimentare Bioera.
Le accuse principali
Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Milano, Visibilia avrebbe falsificato i bilanci dal 2016 al 2022, nascondendo perdite milionarie per mantenere la fiducia degli investitori e garantire la continuità aziendale. Al centro delle accuse, la voce "avviamento" nei bilanci di Visibilia Editore, valutata per cifre superiori ai 3 milioni di euro senza adeguata svalutazione, già a partire dal dicembre 2016. I pm di Milano sostengono che dal 2016 i segnali di crisi finanziaria di Visibilia Editore fossero evidenti, ma ignorati dal Collegio sindacale e dagli amministratori. Il documento della Procura sottolinea che il valore dell'avviamento superava di 13 volte il patrimonio netto della società, rendendo necessaria una svalutazione che non fu effettuata.
Le difese
Gli avvocati di Santanchè, Nicolò Pelanda e Salvatore Sanzo, negano qualsiasi manipolazione dei bilanci, sostenendo che i soci erano sempre informati sulle perdite. Inoltre, affermano che il valore dell'avviamento era già stato analizzato e ritenuto corretto in un precedente procedimento archiviato. "E' una decisione che ci aspettavamo, che comunque ci lascia dell'amaro in bocca - ha ribadito ancora il difensore - perché proprio nei giorni scorsi avevamo depositato al giudice gli esiti di un vecchio fascicolo che aveva sostanzialmente minato uno dei presupposti che oggi vengono portati dalla Procura a fondamento della necessità di svalutare la voce avviamento e imposte anticipate".
"Oggi - ha aggiunto il legale - si sostiene da parte dei pm che i piani industriali avrebbero contenuto previsioni eccessivamente ottimistiche e da qui la necessità di svalutare, ma nel vecchio procedimento la Guarda di Finanza di Milano e i pm sostenevano, invece, che i piani industriali avevano previsioni addirittura di natura conservativa e per questo avevano chiesto l'archiviazione. Siamo convinti di dimostrare l'innocenza della Dottoressa Santanchè dalle ipotesi che vengono contestate e sarà il dibattimento che lo dimostrerà".
Le altre richieste
Il legale ha anche precisato, rispondendo ai cronisti, che la giudice ha accolto i patteggiamenti richiesti, ossia quello di Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, e di due delle tre società imputate, ovvero Visibilia Editore ed Editrice. La giudice, come chiarito dal difensore, ha dichiarato, poi, la "prescrizione con riferimento a tre annualità", tra il 2016 e il 2018, "sul capo di imputazione riferito a Visibilia Editore" e al contestuale patteggiamento della società, mentre "per le persone fisiche" con riferimento al capo di imputazione su Visibilia srl in liquidazione la prescrizione, che ha riguardato anche Santanchè, è stata dichiarata per gli anni 2016 e 2017.
Piccolo azionista: gup ha confermato nostre ipotesi su Visibilia
"E' stato confermato quello che abbiamo sempre sostenuto" ossia "che certe operazioni di bilancio non fossero corrette". Così Giuseppe Zeno, imprenditore e uno dei piccoli azionisti ora tra le tre parti civili nel procedimento sul caso Visibilia, ha commentato il procedimento con cui il gup di Milano Anna Magelli ha mandato a processo la ministra Daniela Santanchè con altre 16 persone. "Sarò soddisfatto quando rivedrò indietro i miei soldi. Abbiamo perso tra i 350 mila e i 400 mila euro", ha aggiunto Zeno che è alla guida dei soci di minoranza che quattro anni fa hanno cominciato una 'battaglia', portando la vicenda nelle aule di giustizia. "Non ci volevano dare le informazioni che chiedevamo, come prevede la legge". L'imprenditore, che ha delegato la quantificazione del danno ai suoi legali, ha ribadito che le attività di indagine hanno dato riscontro alle ipotesi sostenute da lui e dalla cordata di piccoli azionisti che guida.
Schlein e Conte: "Si dimetta"
"Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente. Lei, che quando era all'opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Una Presidente del Consiglio non può usare due pesi e due misure, soprattutto verso gli amici che lei ha voluto al governo e per cui adesso è politicamente responsabile. Il processo farà il suo corso per accertare se è colpevole, ma quando le accuse sono così gravi chi ricopre le più alte cariche istituzionali deve fare un passo indietro. Daniela Santanchè si dimetta. E Giorgia Meloni deve pretendere le sue dimissioni". Lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein.
"Oggi arriva anche la notizia del rinvio a giudizio per falso in bilancio sulla vicenda Visibilia per la Ministra Santanché. Noi insistiamo per le dimissioni immediate della Ministra, senza volere anticipare l'esito dei processi penali". Lo scrive il presidente del M5s, Giuseppe Conte. "È assolutamente indecoroso per le istituzioni di governo che la Ministra rimanga lì. Meloni, che in passato chiedevi le dimissioni di tutti i Ministri per molto meno, oggi che fai, continuerai a fischiettare indifferente? Non avverti neppure adesso un sussulto di dignità che ti spinga finalmente a tutelare l'immagine e l'onore delle istituzioni?".
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