Nicola Moraldi va in pensione, la targa e il saluto del sindaco di Bibbiena
"Un grande uomo che ha passato tanti anni nell’ufficio tributi del Comune"
Nicola: “La disabilità non è un limite per intessere relazioni di valore che possano trasformare la nostra vita. Grazie ai miei colleghi e amici, oggi inizio una nuova avventura con loro nel cuore”.
“Nicola Moraldi è un grande uomo che ha passato tanti anni nell’ufficio tributi del Comune di Bibbiena che oggi lo saluta per il suo pensionamento. Nicola lascia un vuoto di umanità e amicizia in questo contesto, ma anche un pieno di tutte le cose belle e importanti che ha saputo costruire nel corso degli anni con tutti noi. Io credo che il lavoro debba essere il mezzo per evolverci, per crescere interiormente, per allargare i nostri legami, per diventare migliori. Grazie a Nicola molte persone hanno potuto fare questo e oggi lo vogliamo ringraziare e salutare nel migliore dei modi”.
Con queste parole il Sindaco Filippo Vagnoli saluta per il suo pensionamento Nicola Moraldi che è stato un dipendente del Comune di Bibbiena che ha lasciato un’eredità umana molto profonda.
Nicola è affetto dalla nascita da tetraparesi spastica e questo non gli ha impedito di vivere in pienezza la sua vita, laureandosi in scienze politiche, portando avanti le sue passioni più grandi ovvero la politica, il calcio e il computer.
Dal 1997 Nicola è stato inserito nell’organico del comune di Bibbiena come inserimento terapeutico occupazionale. L’assunzione arriva il 1° ottobre 2001 tramite una convenzione tra il comune di Bibbiena e la provincia di Arezzo per il programma di inserimento lavorativo per le persone con disabilità nella pubblica amministrazione. Negli ultimi anni, con l’apertura del Centro Civico di Soci, Nicola è stato trasferito nell’ufficio decentrato del comune, proprio per offrire un’assistenza ai cittadini del paese più popoloso del comune.
Parlando con Nicola si apprendono cose bellissime su questo percorso lavorativo e di vita: “Questo lavoro mi ha dato la possibilità di conoscere tante persone con le quali ho intessuto legami molto forti che vanno ben oltre gli orari di ufficio. Devo al mio lavoro la persona che sono oggi, devo anche l’aver imparato a controllare l’ansia e le emozioni negative. Soprattutto ho avuto la grande opportunità di essere me stesso e questo è stato un grande dono. La relazione per me rimane il più grande momento di crescita in un essere umano e questo lavoro mi ha consentito di curare questo aspetto e di allenare la mia capacità di ascolto che credo, sia essenziale in un essere umano che intende mettersi, appunto, in relazione con gli altri. Una cosa molto difficile ma al tempo essenziale alla vita comunitaria. Il mio lavoro mi ha dato un senso, mi ha aiutato come persona a superare i miei limiti, mi ha fatto maturare”.
Nicola fa riferimento anche ai suoi colleghi dicendo: “L’elenco da fare sarebbe lunghissimo, ma a loro, a tutti loro voglio dire grazie per avermi regalato dei momenti bellissimi, per avermi stimolato, sostenuto, aiutato nei momenti di maggiore difficoltà. Questo è impagabile e credo che tutti debbano sapere quanta umanità e quanta storia si possono fare in un ufficio. Un ufficio non è solo uno spazio, ma è un luogo dove si costruisce la qualità della nostra vita e questa qualità per me è stata altissima grazie alle persone che ho avuto accanto. Ringrazio anche il sindaco che ho imparato a conoscere meglio grazie all’ufficio del centro civico di Soci, lì il nostro contatto è stato molto stretto. Anche questo incontro ha aggiunto valore alla mia vita”.
Per Nicola oggi inizia una nuova avventura, ma lui è sempre ottimista: “Adesso vorrei dedicarmi di più alle mie grandi passioni, calcio o meglio la Fiorentina, la politica e la radio. Con un’amica sto sviluppando un’idea e credo che potremmo portarla avanti insieme per offrire qualche contenuto nuovo. Le competenze apprese e sviluppate in questi anni all’interno del comune di Bibbiena mi aiuteranno anche a fare altro, a fare di più a non fermarmi”.
Nicola si ispira a Bebe Vio, ne parla come di un personaggio epico, di una musa e guardando alle grandi opportunità che oggi hanno anche le persone con disabilità nel mondo sportivo dice: “Ho un solo un rammarico nella vita, ovvero quello di non essermi spinto, impegnato di più nel provare a superare i miei limiti. Ma credo anche che io non ho avuto la spinta mediatica che oggi viene offerta a tante persone con disabilità, guardando e ispirandosi per provare a fare qualcosa di diverso. Nonostante questo i miei limiti li ho voluti superare lo stesso, ho creato relazioni di valore che adesso dovrò continuare a curare perché quella è vita vera”.
Commenta per primo.