Dossieraggio, il pm: "Un pericolo per la democrazia"
Emergono elementi sempre più inquietanti sull'inchiesta della Dda milanese
Continuano ad emergere altri dettagli dagli atti dell'inchiesta della Direzione distrettuale di Milano sul prelievo di migliaia di informazioni sensibili da banche dati strategiche nazionali e sul dossieraggio. "Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese". La presunta associazione per delinquere, al centro dell'inchiesta milanese sui dossieraggi, gode "di appoggi di alto livello, in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri" e gli indagati "spesso promettono e si vantano di poter intervenire su indagini e processi", scrive negli atti il pm della Dda Francesco De Tommasi, che spiega che il gruppo riconducibile alla società Equalize ha una struttura "a grappolo": ogni "componente" e "collaboratore" ha a sua volta "contatti nelle forze dell'ordine e nelle altre pubbliche amministrazioni" con cui "reperire illecitamente dati".
Calamucci: "Ho 800mila file"
Calamucci avrebbe avuto "a disposizione" un "hard disk contenente ottocentomila Sdi", ossia informazioni acquisite dalla banca dati delle forze dell'ordine. "Ottocentomila Sdi, c'ho di là", diceva intercettato parlando lo scorso gennaio con l'ex poliziotto Carmine Gallo, anche lui arrestato. In un'altra conversazione del novembre 2023, Calamucci avrebbe avuto la preoccupazione di "mettere da parte", ossia trasferire dati, di "sei, sette milioni di chiavette che c'ho io". Aveva una "mole di dati da gestire - scrivono i pm - enorme, pari almeno a 15 terabyte". Lo si legge negli atti dell'inchiesta della Dda di Milano.
Violata anche una mail intestata a Mattarella
"Noi l'abbiamo spedita a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella, con nome e cognome che se vanno a vedere l'account è intestato al Presidente della Repubblica". E' quanto dice Nunzio Samuele Calamucci a Carmine Gallo, entrambi arrestati. Da quanto si è appreso agli atti dell'indagine al momento esiste solo questa intercettazione che fa riferimento al Presidente della Repubblica. Calamucci e Gallo, scrivono i magistrati, "lasciano intendere - di aver intercettato (...) un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella o comunque di essere riusciti (...) a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account".
Coi sono anche Ignazio La Russa e il figlio
Ci sono anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa e il figlio Geronimo tra le persone finite nel mirino della rete di presunti spioni guidata dal super poliziotto Carmine Gallo, ai domiciliari, e da Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano. Dagli atti dell'indagine della Dda milanese spunta una intercettazione del maggio 2023 in cui Pazzali, negli uffici della sua società di investigazioni, chiede ai suoi di fargli un report sulla seconda carica dello stato: "Ignazio La Russa!", "diciotto luglio. esatto, abita in.." "E metti anche un altro se c"è... eh... come si chiama l'altro figlio? Eh...Geronimo" .
"Vendiamo i dati alla Lega"
Andrea De Donno, indagato nell'inchiesta milanese e presunto "collaboratore esterno" del gruppo che avrebbe fabbricato dossier, avrebbe voluto "proporre" la piattaforma "Beyond", uno dei sistemi creati dalla presunta associazione per delinquere, "al partito della Lega". Lo si legge negli atti della Dda di Milano e in particolare in alcune intercettazioni, da cui si evince, però, che il progetto sarebbe fallito.
Beyond, come si legge nelle carte, è un sistema che funge "da aggregatore di dati e informazioni che il gruppo di Equalize", società al centro dell'inchiesta, "attinge direttamente da banche dati istituzionali, e in particolare da quelle in uso all'Amministrazione Finanziaria e al Ministero dell'Interno, mediante violazione dei relativi sistemi informatici".
In un'intercettazione De Donno, che "opera prevalentemente in Svizzera", dice a Carmine Gallo, l'ex poliziotto arrestato: "Ascolta una cosa... io come cliente ho la Lega... l'hai già proposto?". Gallo, però, spiega, scrive la Procura, "che non è possibile proporla (ossia la piattaforma, ndr) a quel partito in quanto Pazzali", titolare della Equalize, presidente della Fondazione Fiera Milano e indagato, "è legato a Fontana", il presidente della Lombardia, "e se la cosa diventa pubblica potrebbe generare una serie di problemi reputazionali legati ad un possibile conflitto d'interessi". De Donno allora, riassume sempre il pm Francesco De Tommasi, "ipotizza una possibile soluzione, ossia quella di fare da tramite con la propria società per evitare la riconducibilità dell'operazione a Equalize". E Gallo: "Non lo puoi fare!". De Donno: "Peccato perché io alla Lega è un bel po' di tempo che gli ho proposto sta roba!".
La Fnsi: il nuovo bavaglio impedirà di sapere
"Il quadro che emerge dell'inchiesta della Procura nazionale antimafia sui dossieraggi è inquietante.
Nel mirino di chi raccoglieva dati e informazioni in maniera illecita sarebbero finiti anche giornalisti. Addirittura con la costruzione di documenti falsi. O la ricerca delle fonti riservate. Per fortuna tutto questo oggi è ancora possibile scriverlo nei dettagli: da domani, quando sarà approvato il bavaglio sulle ordinanze di custodia cautelare, ai cittadini sarà impedito di sapere. Sul fronte delle indagini, la massima vicinanza ai giornalisti vittime di dossieraggi, e se vorranno saremo al loro fianco come parte civile". Lo dice Vittorio di Trapani, presidente della Fnsi.
La conferenza stampa del pm di Milano (Ansa)
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