Caso banche dati, indagati un figlio di Del Vecchio e Matteo Arpe
“Gigantesco e allarmante mercato di informazioni riservate”
Sarebbero migliaia le informazioni prelevate dalle banche dati strategiche nazionali, stando alle indagini della Dda di Milano e della Dna che ha portato a 6 misure cautelari, tra cui i domiciliari per l'ex 'super poliziotto' Carmine Gallo.
Tra gli indagati, che rispondono di concorso negli accessi abusivi della presunta organizzazione - composta da hacker, consulenti informatici e appartenenti alle forze dell'ordine e con al centro pure intercettazioni abusive - figurano Leonardo Maria Del Vecchio (uno dei sei figli del patron di Luxottica, Leonarod) e Matteo Arpe. Nell'inchiesta sono coinvolti anche ex dipendenti di un'altra società di investigazione, la Skp di Milano.
Il procuratore: gigantesco e allarmante mercato di dati riservati
Questa indagine permette di "unire qualche puntino e comprendere meglio questo gigantesco mercato delle informazioni riservate" con "dimensione imprenditoriale" nella acquisizione delle informazioni riservate. Lo ha spiegato Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia, nella conferenza stampa sull'inchiesta della Dda di Milano e della Dna. Melillo ha parlato di una "vicenda allarmante'.
"Il fronte di maggior rilevanza sembra essere il mondo dell'economia e dell'imprenditoria. Al momento non vi sono emergenze di rilievo che portano al mondo della politica". Lo ha spiegato il procuratore di Milano, Marcello Viola, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa per illustrare gli esiti delle indagini su un'attività di dossieraggio che ha portato ieri a 6 misure cautelari.
Gli indagati Leonardo M. Del Vecchio e Matteo Arpe (Ansa)
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