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Città di Castello, il dipinto “San Nicola da Tolentino” verso la mostra “Expérience Raphael”

Evento in programma al Palais Beaux Arts di Lille in Francia

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Venerdì 4 ottobre il dipinto “San Nicola da Tolentino” di Ermenegildo Costantini, una copia della Pala Baronci di Raffaello, ha lasciato la sede della Pinacoteca Comunale di Città di Castello per raggiungere la mostra “Expérience Raphael” in programma dal 18 ottobre 2024 al 17 febbraio 2025 negli spazi del museo Palais Beaux Arts di Lille in Francia. Il Palais Beaux Arts di Lille è la quarta realtà museale francese per la presenza di importanti opere come quelle di Donatello, Tintoretto, Rubens, Rembrant, Goya, Delacroix, Manet, Pisarro e Toulose-Lautrec. Invece il progetto della mostra “Expérience Raphael” prevede l’esposizione di alcuni disegni inediti dell’artista urbinate Raffaello Sanzio e alcune sue opere provenienti dai più importanti musei come il Museo del Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.

La Pala del beato Nicola da Tolentino o Pala Baronci: è il primo dipinto ad essere eseguito da Raffaello appena diciassettenne tra il 1500 e il 1501 insieme ad Evangelista da Pian di Meleto, storico assistente di suo padre Giovanni Santi. La pala venne commissionata da Andrea di Tommaso Baronci per decorare la sua cappella all’interno della chiesa di Sant’Agostino a Città di Castello. Nel 1789 a causa di un grave terremoto la Pala venne danneggiata e papa Pio VI l’acquistò decidendo di smembrarla per poter conservare meglio le parti. Le varie sezioni vennero tenute in Vaticano fino al 1849, da quella data in poi si persero le tracce. A noi oggi giungono soltanto quattro frammenti. In Pinacoteca comunale di Città di Castello è conservata una copia parziale della pala che fu eseguita a Roma dopo il terremoto nel 1791 dal pittore Ermenegildo Costantini (1731-1791). La Pala prima di essere smembrata era composta al centro da San Nicola che schiaccia il demonio con accanto tre angeli, i busti dei due angeli oggi sono conservati al Museo del Louvre e nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Mentre nella parte superiore della pala era rappresentata una triplice incoronazione del santo da parte dell’Eterno tra cherubini, della Vergine inginocchiata e di Sant’Agostino con abiti vescovili oggi conservata nel Museo nazionale di Capodimonte di Napoli. Infine la predella mostrava alcune storie del santo. Mentre all’Ashmolean Museum di Oxford e al Musée des Beaux-Arts di Lilla sono conservati alcuni disegni preparatori che permettono di comprendere la composizione originale dell’opera.
 

Redazione
© Riproduzione riservata
07/10/2024 16:18:18


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