Manovra di bilancio al via, questa volta spera la classe media: cosa ha in mente il governo
La manovra non dovrebbe discostarsi troppo dai 25 miliardi di euro
Il dibattito politico in estate spesso e volentieri diventa irritante. Discussioni sul nulla utili solo per riempire le pagine dei giornali e i servizi del tg. Si cambia musica con l’arrivo dell’autunno che costringe la politica (e in particolare la maggioranza di turno) a fare i conti con il varo della legge finanziaria.
La manovra 2025 si annuncia difficile perché ancora una volta le ambizioni sono grandi ma le risorse poche. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha già iniziato al caccia ai soldi che mancano all’appello. Ancora non si conoscono le cifre ma la manovra non dovrebbe discostarsi troppo dai 25 miliardi di euro. Oltre la metà (circa 14 miliardi) serviranno per confermare il taglio del cuneo fiscale (100 euro in più in busta paga per i redditi fino a 35mila euro) e la rimodulazione delle aliquote Irpef (con vantaggi fino a 260 euro all’anno per circa 8 milioni di contribuenti).
Riconfermare la riforma dell’Irpef a tre aliquote costa 4,4 miliardi di euro. Il governo però vorrebbe andare anche oltre per estendere gli sgravi ai ceti medi con redditi fino a 50mila euro, attualmente esclusi perché la soglia massima è di 40mila euro. Il governo guarda anche agli autonomi e l’obiettivo è quello di incrementare la flat tax oltre il limite degli 85 mila euro annui di fatturato.
Come già detto bisogna però trovare le coperture. Per fare cassa il governo punta sulla spending review per i ministeri (da cui potrebbero arrivare 2 miliardi) e su una revisione revisione delle attuali detrazioni fiscali, escluse quelle relativi ai redditi da lavoro, alla sanità e all’istruzione. Pensare di recuperare in questo modo tutte le risorse che servono appare velleitario e il rischio è che ancora una volta la manovra sarà fatta in deficit. Gira e rigira la tarantella è sempre la stessa.
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