Il sesso come peccato, pochissimi amici, tante manie: i segreti di Alberto Sordi
L'attrazione per la nobiltà, la gelosia verso i suoi beni e gli amori mai svelati
Il sesso come peccato, il rapporto conflittuale con il padre, l'attrazione per la nobiltà, la gelosia verso i suoi beni, gli amori mai svelati, la dedizione totale alla professione, la scelta di avere pochissimi amici, il grande affetto verso gli animali, la sua mania per le case e il fastidio quando lo chiamavano Albertone.
E' al cinema 'Alberto Sordi secret', il primo docufilm - diretto e sceneggiato dal cugino Igor Righetti - sulla vita privata di Alberto Sordi tra aneddoti e rivelazioni segrete, un'opera che lo mostra con pregi e difetti in 90 minuti di proiezione. Il regista svela allo spettatore, per la prima volta, l'infanzia e l'adolescenza di suo cugino Alberto Sordi che lo chiamava nipotino.
Emozioni e tante risate
E lo fa attingendo ai tanti ricordi vissuti in prima persona o narrati dal padre e dal nonno. "Li ho raccontati attraverso scene filmiche girate in bianco e nero, ambientate tra il 1920 e la fine del 1930, in costume e con auto d'epoca - dice Righetti - che grazie al cast eccezionale emozioneranno e strapperanno tante risate".
Le interviste a Pupi Avati e a Rino Barillari
L'opera ha una parte documentaristica con interventi inediti di amici e parenti dell'attore e una dove la narrazione diventa film. Tanti i personaggi coinvolti, dal regista Pupi Avati alla nipote di Totò Elena de Curtis; dal re dei paparazzi Rino Barillari all'attrice Piera Arico, moglie di Gastone Bettanini, primo agente di Sordi fino al 1965.
L'errore più grave è imitarlo
Ma ci sono anche tanti attori. "L'errore più grave che si può fare è imitarlo, magari mettendo protesi all'attore che lo interpreta per farlo somigliare all'Alberto nazionale", commenta Righetti. "In questo docufilm gli interventi degli amici di Alberto sono testimonianze, non interviste, e hanno il ritmo veloce tipico dei reportage giornalistici. Il genere documentario, invece, è presente con i video dell'Istituto Luce e con la voce narrante che accompagna lo spettatore, ma con il linguaggio giornalistico". Il docufilm rimarrà nelle sale fino a febbraio 2025. Quindi si sposterà sulle piattaforme e sulle reti televisive nazionali e internazionali.
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