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Alpe della Luna: leggenda, storia e la sua morfologia

Diverse le vie di accesso, ma unico il punto di arrivo

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Ma voi quel richiamo lo avete mai sentito? L’Alpe della Luna ha sicuramente il suo particolare fascino e nei secoli tante le leggende che sono state tramandate di generazione in generazione. Un pizzico di verità, ma anche tanta e tanta fantasia. L’Alpe della Luna è da sempre considerato un anfiteatro in quota, proprio per la sua conformità morfologica: detto ‘terra-terra’ è come se un pezzo di montagna fosse caduta. È meta ambita per molti e si dice che almeno una volta nella vita quel magnifico luogo, spartiacque tra Valtiberina Toscana e Valmarecchia, debba essere ammirato. Diverse le vie di accesso, ma unico resta pur sempre il punto di arrivo. Scenario mozzafiato da gustare in tutte le stagioni e anche in tutte le condizioni: dalla neve durante l’inverno, per arrivare all’alba nei mesi più caldi; unico resta sicuramente il foliage autunnale oppure i magnifici colori della primavera.

Il termine esatto di quello che abbiamo definito come anfiteatro naturale è “Ripa della Luna”, che fa ovviamente parte della più ampia Riserva Naturale dell’Alpe della Luna che abbraccia l’intero comprensorio. Si estende nell’Appennino toscano per circa 1540 ettari tra Sansepolcro, il Lago di Montedoglio, Badia Tedalda e Bocca Trabaria, già nel lato umbro dell’Alta Valle del Tevere. La superfice è prevalentemente boscosa ma non mancano di certo i punti da cui si può godere di panorami spettacolari che, insieme al fitto intreccio di piccoli torrenti e cascate, rendono la zona decisamente suggestiva. Nei suoi monti sono incastonati diversi blocchi di marna arenaria, il più imponente dei quali è appunto al Ripa della Luna alta 200 metri che, vista da Sestino o da Badia Tedalda, ha una forma di anfiteatro oppure di una grande falce. Questa tipica serie si presenta con strati alternati di roccia più compatta (arenaria) e di roccia più erodibile (marna-argilla). Proprio la conformazione a strati consente di “leggere” la storia della terra per milioni di anni perché trattasti di materiale “sedimentario”. Significa che nelle varie ere geologiche questo contesto è stato interessato dalla deposizione di materiale terroso che poi, al dì sotto delle acque si è depositato, fino a formare la roccia come la vediamo noi oggi. Nel corso del tempo si sono verificati crolli e distacchi a causa dell’azione degli agenti atmosferici e della forza di gravità, che hanno creato un paesaggio ancor più caratteristico e spettacolare. Si tratta di un vero e proprio “geosito” da conoscere e soprattutto da tutelare.

LA LUNA CHE SI POGGIA ALL’ALPE

Tra miti e leggende, ma anche quel pizzico di curiosità che in determinate situazioni non guasta mai. E anche l’Alpe della Luna ha la sua. Intrigante come le altre, ma con sfaccettature che alla fine la rendono ancora più interessante. È sufficiente scorporare le due parole, Alpe da una parte e Luna dall’altra, per capire poi dove si arriva. Ma partiamo dal presupposto che ci troviamo di fronte ad un territorio ancora incontaminato, da raggiungere solamente a piedi oppure in bicicletta o con qualche mezzo a due ruote a motore, previa autorizzazione essendo comunque un’area di riserva. Gli indescrivibili scenari naturali, quindi, si mescolano con i continui richiami mistici della figura di San Francesco ma anche di altre leggende note alla gente del posto e che catalizzano l’attenzione di tanti curiosi. Viene narrato, infatti, che il giovane Conte Manfredi di Montedoglio e la bellissima Rosalia – figlia del signore e podestà di Colcellalto, che a quei tempi era Comune, mentre oggi frazione di Badia Tedalda - si innamorarono perdutamente dopo essersi incontrati nel corso di una festa. Gli incontri divennero sempre più frequenti e, durante una sera di luna piena, la fanciulla raccontò al Conte questa storia. “Se quando la Luna si appoggia all’Alpe una persona riesce a toccarla ogni suo desiderio verrà esaudito e tutti i tesori nascosti dall’Alpe saranno suoi, trasformandolo nell’uomo più ricco e potente del creato: nessuno, però, è mai riuscito nell’impresa; chi ha tentato, non è mai più tornato perché l’Alpe è della Luna e lei uccide tutti coloro che osano avvicinarsi. Ma se riusciamo nell’impresa saremo tanto ricchi che nessuno potrà più ostacolare il nostro matrimonio”. A quel tempo i matrimoni erano combinati e i genitori del Conte di Montedoglio non approvavano questa unione: Manfredi, però, spinto dall’amore verso Rosalia, tentò nell’impresa e promise alla ragazza che avrebbe toccato la Luna per lei e rubato tutti i tesori dell’Alpe così che nessuno si sarebbe più opposto al loro amore. Lei, troppo innamorata per permettere che andasse da solo, lo seguì: montarono, quindi, in sella ai cavalli e partirono alla volta dell’Alpe. Da quella notte, scappati da casa, nessuno li ha più rivisti. Nei secoli successivi, boscaioli e carbonai, che avevano costruito le loro capanne nei boschi proprio in prossimità dell’Alpe, raccontavano che nelle notti di plenilunio udivano il galoppo di due cavalli e vedevano al tempo stesso due ombre vicine, con le mani protese verso l’alto, nella disperata impresa di toccare la luna. Ed anche gli abitanti della Barucola, di Val di Brucia, del Monterano e di Monte Viale dicevano, ed hanno continuato a dire per molti anni, di aver visto al chiaro di luna le ombre abbracciate dei due innamorati. Questa, però, è solo una – probabilmente la più conosciuta – delle leggende che ruotano attorno a questo angolo di Toscana. Altre, invece, narrano di antichissimi riti legati sempre alla Luna e di popoli magici che abitavano queste terre in epoche antichissime, ma con un legame fortissimo con la natura che molto ricordano i Druidi Celtici, guardiani del sacro ordine naturale. Altre leggende collegano anche lo stesso San Francesco, attraverso il suo particolare e noto legame con la natura oltre alle innate capacità di comunicative, con l’Alpe della Luna: ancora oggi, infatti, il Cammino di Francesco che da La Verna arriva ad Assisi passa proprio all’interno della Riserva Naturale dell’Alpe della Luna. Ma se questo è l’aspetto più leggendario e fantasioso, c’è anche storia vera e tramandata di generazione in generazione. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, questa zona fu interessata dal passaggio della Linea Gotica: la linea difensiva voluta dal feldmaresciallo tedesco Albert Kesselring nel 1944 per tentare di rallentare l’avanzata verso nord dell’esercito alleato. La linea, infatti, tagliava l’Italia da ovest a est, andando dall’attuale provincia di Massa Cassara fino a Pesaro, attraversando tutto l’Appennino. Ancora oggi, infatti, è possibile ammirare avvolti dalla vegetazione alcuni resti delle fortificazioni erette in quel periodo: si tratta principalmente di resti di trincee, piccole porzioni di basse mura di pietre, oppure fossati scavati per il posizionamento di mortai e grotte per il ricovero di rifornimenti e uomini. La zona dell’Alpe della Luna fu uno dei punti nevralgici della Linea Gotica, in virtù anche della sua posizione strategica poiché consentiva di controllare la Valtiberina, l’alta Valmarecchia e l’alta Valle del Foglia oltre ai valichi di Montecoronaro e Viamaggio. In ricordo delle battaglie combattute per la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista, all’interno della Riserva Naturale Alpe della Luna è stato istituito pure il Parco Storico della Linea Gotica di Badia Tedalda. 

TRA FLORA E FAUNA

Se è vero che le leggende incrementano l’interesse di un determinato luogo, altrettanto importante è conoscere la sua morfologia ma anche la flora e la fauna che ospita. La Riserva Naturale dell’Alpe della Luna si trova nel cuore dell’Appennino in una zona di confine anche dal punto di vista regionale tra Toscana, Emilia Romagna e Marche. Ospita al suo interno borghi silenziosi e crinali ammantati di boschi. Per arrivare al luogo per eccellenza, ovvero la Ripa della Luna che si trova sul versante settentrionale del Monte dei Frati nel Comune di Badia Tedalda, occorre sicuramente percorrere dei sentieri dove è possibile ammirare e incontrare flora e fauna che varia con il cambio delle stagioni. Le pendici sono coperte da una fitta, ma al tempo stesso spettacolare vegetazione formata in particolare da faggi secolari, tra i quali spiccano le macchie di colore degli alberi di agrifoglio e tappeti colorati di Crocus, ciclamini ed erba cervina. A primavera inoltrata i pascoli di questa area ospitano le fioriture purpuree della lunaria, che deve il nome ai suoi frutti rotondeggianti i quali, una volta che sono stati essiccati, sono conosciuti anche con il termine “medaglioni del Papa”. In autunno, invece, il bosco si tinge di mille sfumature di oro, rosso e arancione. Nel silenzio e nella pace dei boschi, daini, cervi e caprioli riesco a brucare l’erba dei prati indisturbati mentre è facile ammirare il volteggiare nel cielo di aquile reali o sparvieri. All’interno di quelli che sono poi gli storici confini della Riserva Naturale dell’Alpe della Luna è facile imbattersi in torrenti che scorrono velocemente, oppure l’erosione delle acque che ha intagliato la pietra arenaria formando di fatto delle autentiche cascate. Non da meno, poi, sono le grotte: alcune sconosciute, altre visibili e note ma condite sempre da quel pizzico di mistero. 

LUNA

Alpe è facile da classificare come toponimo di roccia, altura o semplicemente monte. Ma accanto ad Alpe in questo caso abbiamo anche Luna. Di fatto è il tratto della catena displuviale dell’Appennino Tosco-Marchigiano, che dal poggio dei Tre Vescovi a 5 chilometri in direzione sud-est rispetto al Monte Fumaiolo, va da Bocca Trabaria ad una quota di 1044 metri sul livello del mare, con uno sviluppo di 25 chilometri ad oriente. L’Alpe della Luna forma una catena coperta di pascoli e ceduo, culminante con il Monte Maggiore a 1584 metri di quota, accanto al Monte dei Frati a 1454 metri sul livello del mare, che nel suo tratto più settentrionale si deprime in vari punti sotto i 1000 metri, offrendo agevoli passi tra le due contigue valli del Tevere e del Marecchia; di questi il principale è quello di Viamaggio che insiste nel territorio comunale di Pieve Santo Stefano.

Redazione
© Riproduzione riservata
13/05/2024 09:03:34


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