Il conto corrente speciale dei parlamentari che fa impallidire il rendimento del Btp Valore
A sostenere il debito pubblico italiano ci dovrebbero essere i nostri rappresentanti politici
In questo giorni sulle pagine dei principali giornali economici italiani sta (giustamente) avendo ampio risalto la nuova emissione del BTP Valore da parte del Tesoro che per invogliare i cittadini italiani a finanziare il debito pubblico è stato piuttosto generoso. A fronte di una durata di 6 anni il titolo offre una cedola del 3,35% nei primi tre anni e del 3,90% negli ultimi tre. Si aggiunge poi un premio fedeltà dello 0,8% (0,13% all’anno) per chi lo detiene fino alla scadenza.
In prima fila per sostenere il debito pubblico italiano ci dovrebbero essere i nostri rappresentanti politici e in particolare i parlamentari. Ma difficilmente qualcuno di loro sottoscriverà il Btp Italia. Il motivo? La possibilità di detenere la propria liquidità nella filiale Banca Intesa interna alla Camera che offre addirittura il 5,6250%. Un rendimento (totalmente senza rischio) che supera abbondantemente quello offerto dal Btp Valore e che non ha pari nel resto del Paese. Secondo i dati della Federazione autonoma dei bancari italiani, il rendimento medio offerto da un conto corrente italiano è di un misero 0,20%.
Perché Banca Intesa offre sul conto corrente dei deputati un rendimento spropositato totalmente fuori mercato? Il primo motivo è che lo scorso aprile si è aggiudicata la gestione dei servizi bancari alla Camera. Il secondo è che la banca torinese ha applicato le condizioni economiche agevolate previste nella “Convenzione Camera dei deputati” redatta e approvata da una commissione composta da deputati di diversi partiti politici. A quale conclusione possiamo arrivare? Che fondamentalmente non è cambiato nulla rispetto al 2007, anno di pubblicazione del noto besteller La Casta, scritto dai giornalisti Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella.
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