Biden a Netanyahu: “No ad attacco a Rafah senza tutelare civili”
L’Egitto costruisce un muro attorno ai profughi
Il presidente americano Joe Biden ha chiamato il premier israeliano Benjamin Netanyahu e gli ha ribadito l'opposizione degli Stati Uniti ad un attacco a Rafah "senza tutele per i civili palestinesi". Lo ha riferito la Casa Bianca in una nota secondo la quale il presidente Usa "ha ribadito che l'operazione militare non può procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza e il sostegno ai civili a Rafah". Biden e Netanyahu hanno anche discusso dei negoziati in corso per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, aggiunge la Casa Bianca. La vicepresidente americana Kamala Harris incontrerà oggi il presidente israeliano Isaac Herzog e il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.
Netanyahu: "Respingiamo i diktat su Stato palestinese"
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu tuttavia non cede sulla soluzione dei due stati. Scrivendo su X dopo la riunione di gabinetto, afferma che "Israele respinge apertamente i diktat internazionali riguardanti una soluzione permanente con i palestinesi. Tale accordo sarà raggiunto solo attraverso trattative dirette tra le parti, senza precondizioni", chiarendo che "Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese. Tale riconoscimento, sulla scia del massacro del 7 ottobre, darebbe un'enorme ricompensa al terrorismo senza precedenti e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace".
Gaza, 12 morti in raid Israele su campo profughi
Sempre tragica la situazione sul campo: almeno 12 persone sono morte ieri in seguito a un attacco aereo israeliano sul campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Lo rende noto un portavoce dell'ospedale dei Martiri di Al Aqsa, citato dai media internazionali. Dieci delle vittime erano donne e bambini, specifica la fonte.
Guterres condanna raid Israele su ospedale Khan Yunis
E intanto, per quanto possa servire, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato il raid israeliano contro il complesso ospedaliero di Khan Yunis. "Ribadiamo ancora una volta che gli ospedali devono essere tenuti fuori dai combattimenti, non devono essere soggetti ad alcun tipo di azione militare. Qualsiasi tipo di azione militare contro un ospedale deve essere condannata", ha affermato il portavoce Stephane Dujarric citato dai media internazionali.
“L'Egitto costruisce un recinto per gli sfollati da Gaza”
L'Egitto sta costruendo una sorta di mega recinto chiuso da alte mura nel deserto del Sinai vicino al confine nel caso in cui si dovesse verificare un esodo degli sfollati palestinesi. Lo rivelano funzionari egiziani al Wall Street Journal precisando che nel caso di un grande afflusso di palestinesi da Gaza, l'Egitto cercherebbe di limitare il numero di rifugiati ben al di sotto della capacità dell'area a circa 50.000-60.000 persone. Le autorità egiziane però negano che stanno costruendo l'opera.
Nyt, muro in costruzione in Egitto al confine con Gaza
La conferma arriva anche dal New York Times, secondo il quale nel deserto egiziano, al confine con la Striscia di Gaza, sono partiti i lavori dj costruzione di un muro misterioso di cui nessuno parla. Lo rivelano immagini satellitari analizzate e pubblicale dal. Domenica scorsa Al Jazeera documentava con immagini satellitari che le autorità egiziane hanno rafforzato la sicurezza del confine con la Striscia di Gaza e il 15 gennaio le immagini mostravano che era stata terminata la costruzione di un nuovo muro di cemento lungo circa 14 km.
Israele: centinaia di palestinesi lavorano a muro con Gaza
E c’è un altro muro: centinaia di lavoratori palestinesi provenienti dalla Cisgiordania stanno lavorando in Israele per contribuire a costruire una nuova barriera lungo il confine con la Striscia di Gaza, nonostante il Gabinetto di sicurezza israeliano gli abbia vietato di farlo: lo riferisce il sito di notizie Ynet, citando le testimonianze di soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf) schierati nella zona. Ynet afferma che gli operai palestinesi sono impegnati in lavori di ingegneria sulle brecce della recinzione, danneggiata in decine di punti all'inizio della guerra contro Hamas. Il Ministero della Difesa israeliano ha risposto alle indiscrezioni affermando che solo quattro palestinesi stanno lavorando al progetto, specificando di assumere appaltatori "in conformità con le linee guida di sicurezza, la classificazione e la sensibilità del lavoro" e che gli operai provengono da un gruppo di lavoratori palestinesi "approvati per operare su progetti essenziali" per Israele.
Qatar: arrivato in Egitto aereo con 30 tonnellate aiuti
Il Ministero degli Esteri del Qatar ha comunicato che un aereo con a bordo aiuti umanitari per i palestinesi nella Striscia di Gaza è arrivato all'aeroporto egiziano di El Arish, nel nord del deserto del Sinai. "Un aereo delle forze armate è atterrato nella Repubblica araba d'Egitto con 30 tonnellate di aiuti comprese scorte alimentari fornite dalla Mezzaluna rossa del Qatar", si legge in un comunicato pubblicato sull'account X del dicastero. Doha ha finora inviato "un totale di 78 aerei" carichi di "2.334 tonnellate di aiuti" umanitari per i palestinesi dall'inizio della guerra con Israele, aggiunge la nota.
Algeria all'Onu bozza di risoluzione su Gaza
L'Algeria ha fatto circolare una nuova versione della bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiede il cessate il fuoco immediato a Gaza "rispettato da tutte le parti". Il testo è "sotto silenzio" fino alle 11 di domattina (ora di New York). La bozza è la terza versione emendata rispetto a quella presentata all'inizio di febbraio su cui gli Stati Uniti avevano opposto obiezioni. Tra le ultime modifiche, una al quarto paragrafo che, oltre al rilascio di tutti gli ostaggi, chiede che tutte le parti rispettino i diritti umani delle persone detenute. Per essere approvata una risoluzione ha bisogno di nove voti a favore e nessun veto da parte dei cinque membri permanenti: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina.
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