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Mattarella: "Stagione di allarme, angoscia per troppa violenza. Serve una mentalità di pace"

"La pace non è astratto buonismo ma realismo". Ai ragazzi: "L'amore non è dominio né possesso"

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"Questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l'arrivo del nuovo anno. Nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti". Con queste parole si apre il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che saluta gli ascoltatori con: "Care concittadine e cari concittadini. Non possiamo distogliere il pensiero da quanto avviene intorno a noi. Nella nostra Italia, nel mondo. Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme. E, insieme, nuove opportunità. Avvertiamo angoscia per la violenza cui, sovente, assistiamo: tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana", ha detto il presidente della Repubblica.

"La pace non è astratto buonismo ma realismo"

"È indispensabile fare spazio alla cultura della pace. Alla mentalità di pace. Parlare di pace, oggi, non è astratto buonismo. Al contrario, è il più urgente e concreto esercizio di realismo, se si vuole cercare una via d'uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell'umanità". Lo dice il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. "Sappiamo che, per porre fine alle guerre in corso, non basta invocare la pace. Occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi. Anzitutto, di quelli che hanno scatenato i conflitti".

Mattarella ai ragazzi: "L'amore non è dominio né possesso"

"Vorrei rivolgermi ai più giovani. Cari ragazzi, ve lo dico con parole semplici: l'amore non è egoismo, possesso, dominio, malinteso orgoglio. L'amore - quello vero - è ben più che rispetto: è dono, gratuità, sensibilità", dice Sergio Mattarella parlando della "violenza", quella "più odiosa sulle donne".

"Vediamo, e incontriamo, la violenza anche nella vita quotidiana. Anche nel nostro Paese. Quando prevale la ricerca, il culto della conflittualità. Piuttosto che il valore di quanto vi è in comune; sviluppando confronto e dialogo. La violenza. Penso a quella più odiosa sulle donne", dice ancora. "Penso alla violenza verbale e alle espressioni di denigrazione e di odio che si presentano, sovente, nella rete. Penso - prosegue il Capo dello Stato - alla violenza che qualche gruppo di giovani sembra coltivare, talvolta come espressione di rabbia". Ma Mattarella pensa anche "al risentimento che cresce nelle periferie. Frutto, spesso, dell'indifferenza; e del senso di abbandono". "Penso - dice - alla pessima tendenza di identificare avversari o addirittura nemici. Verso i quali praticare forme di aggressività. Anche attraverso le accuse più gravi e infondate. Spesso, travolgendo il confine che separa il vero dal falso. Queste modalità aggravano la difficoltà di occuparsi efficacemente dei problemi e delle emergenze che, cittadini e famiglie, devono affrontare, giorno per giorno".

"Spesso manca il lavoro o è sottopagato"

Tra i problemi che assillano le famiglie c'è "il lavoro che manca. Pur in presenza di un significativo aumento dell'occupazione. Quello sottopagato. Quello, sovente, non in linea con le proprie aspettative e con gli studi seguiti. Il lavoro, a condizioni inique, e di scarsa sicurezza. Con tante, inammissibili, vittime", dice sottolineando le "immani, differenze di retribuzione tra pochi superprivilegiati e tanti che vivono nel disagio".

Diritto alle cure

Tra i problemi che affrontano cittadini e famiglie ci sono "le difficoltà che si incontrano nel diritto alle cure sanitarie per tutti. Con liste d'attesa per visite ed esami, in tempi inaccettabilmente lunghi", afferma.

Le armi

Tra i problemi che famiglie e cittadini affrontano c'è "la sicurezza della convivenza. Che lo Stato deve garantire. Anche contro il rischio di diffusione delle armi", dichiara il Capo dello Stato.

Crisi ambientale

"Rispetto allo scenario in cui ci muoviamo, i giovani si sentono fuori posto. Disorientati, se non estranei a un mondo che non possono comprendere; e di cui non condividono andamento e comportamenti. Un disorientamento che nasce dal vedere un mondo che disconosce le loro attese. Debole nel contrastare una crisi ambientale sempre più minacciosa.
Incapace di unirsi nel nome di uno sviluppo globale", dice Mattarella. "In una società così dinamica, come quella di oggi - aggiunge - vi è ancor più bisogno dei giovani. Delle loro speranze. Della loro capacità di cogliere il nuovo".

"La capacità di ascoltare"

"Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo 'riconoscere'. Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare", afferma il presidente della Repubblica, sottolineando che "occorre coraggio per ascoltare. E vedere - senza filtri - situazioni spesso ignorate; che ci pongono di fronte a una realtà a volte difficile da accettare e affrontare". Tra queste "quella di tante persone che vivono una condizione di estrema vulnerabilità e fragilità; rimasti isolati. In una società pervasa da quella 'cultura dello scarto'".

Notizia e foto tratte da Tiscali News
© Riproduzione riservata
31/12/2023 21:10:59


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