Sguardo spento e barba incolta: Turetta arrivato in Italia
Ora isolamento poi l'interrogatorio
Tuta e scarpe da ginnastica, giubbotto blu e barba incolta. Silenzioso, rassegnato e dimesso, completamente disinteressato a quello che gli stava accadendo intorno. Nessun riferimento a quanto accaduto. Così è apparso Filippo Turetta sul Falcon che lo ha portato a Venezia, scortato dagli uomini del servizio Scip che hanno curato il trasporto del giovane.
In isolamento e sorvegliato a vista
Turetta resterà in isolamento, sorvegliato 24 ore su 24 per evitare gesti autolesivi, in una cella di due metri per tre. I primi a poterlo incontrare saranno i suoi difensori, gli avvocati Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno. I genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, invece, dovranno essere autorizzati prima di varcare l’ingresso della casa circondariale, il che avverrà probabilmente dopo l’interrogatorio di garanzia in programma all’inizio della prossima settimana.
Le domande a cui rispondere
Turetta non dovrebbe essere interrogato prima di lunedì 27 novembre. L'interrogatorio di garanzia dovrà comunque essere fatto entro cinque giorni dal gip di Venezia Benedetta Vitolo. Turetta verrà interrogato alla presenza del pm Andrea Petroni che potrebbe chiedere un aggravamento rispetto ai reati contestati di omicidio e il sequestro di persona, anche l'occultamento di cadavere: il giovane, secondo le ricostruzioni, ha caricato in auto il corpo di Giulia Cecchettin e ha percorso oltre 100 chilometri prima di gettare il cadavere in un dirupo vicino al lago di Barcis.
Il nodo della premeditazione
Sono diversi gli elementi su cui stanno indagando gli investigatori che fanno pensare alla premeditazione del delitto di Giulia. Oltre a un presunto sopralluogo che Turetta fece nel parcheggio a Fossò qualche ora prima di incontrare l'ex fidanzata, c’è anche l'acquisto di un nastro adesivo compatibile con quello usato per coprire la bocca di Giulia e impedirle di urlare. Altro elemento che potrebbe far pensare alla premeditazione è il cambio di vestiti da parte di Filippo. Dal rapporto della polizia tedesca, infatti, è emerso che gli abiti indossati dallo studente al momento dell'arresto erano puliti. I vestiti e le scarpe, imbrattate di sangue, erano stati riposti dentro una borsa. E poi c'è il coltello da cucina di 12 centimetri ritrovato nella Punto nera al momento del suo arresto
La strategia dei difensori
Mentre i difensori potrebbero chiedere una misura alternativa al carcere o già in questa fase la perizia psichiatrica. Se i legali non avanzeranno istanze, il gip non deve scrivere nessun nuovo provvedimento. Al giudice il giovane potrebbe ripetere la confessione già resa alla polizia tedesca, dove è stato arrestato, oppure decidere, assistito dai legali Giovanni Caruso ed Emanuele Compagno, di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Commenta per primo.