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Tartufi: ecco la nuova legge della Regione Toscana

Il numero dei raccoglitori in possesso del tesserino si aggira intorno alle 4mila unità

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Nuove norme in Toscana in materia di cerca, raccolta, coltivazione del tartufo e di valorizzazione del patrimonio tartuficolo toscano.

Il Consiglio regionale ha infatti approvato una proposta di legge che modifica la normativa vigente in materia.

Il provvedimento è stato illustrato in aula da Ilaria Bugetti (Pd), presidente della commissione Sviluppo economico e rurale.

«La Toscana – ha detto Bugetti – è una delle regioni italiane più importanti per la produzione di tartufi. La raccolta riguarda soprattutto il tartufo bianco, il più pregiato, e in misura secondaria altre specie variamente diffuse sul territorio regionale. Il numero dei raccoglitori regolarmente in possesso del tesserino si aggira intorno alle 4mila unità. Di questi quasi la metà fanno parte delle undici associazioni di tartufai riconosciute che svolgono un’importante azione di salvaguardia e tutela del tartufo e dei territori tartufigeni.

L’intervento legislativo ha l’obiettivo di adeguare le norme alle nuove esigenze del settore e al mutato contesto normativo nazionale. In particolare, con questa nuova legge si chiariscono i ruoli della Regione e dei Comuni, si definiscono meglio le modalità e i luoghi ove esercitare le attività di cerca e raccolta dei tartufi, si aggiorna il calendario di raccolta ai nuovi cambiamenti climatici, ferma restando la finalità di tutela e conservazione delle aree tartufigene. Inoltre si istituisce, per il conseguimento dell’idoneità alla cerca e alla raccolta, un percorso formativo con esame finale e si rivedono gli istituti del riconoscimento di tartufaia naturale controllata e quello della tartufaia coltivata, specificando le procedure per il riconoscimento, le regole da seguire all’interno di dette aree e introducendo limiti alle dimensioni della tartufaia naturale controllata. Infine, viene introdotto il nuovo istituto dell’area addestramento cani da tartufo».

Nella discussione in aula è intervenuto anche il capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli.

«E' una legge complessa, - ha spiegato Ceccarelli - con un percorso lungo, e quando si interviene su interessi contrapposti accontentare tutti non è possibile. La soluzione più equilibrata in questi casi è fare un passo avanti finendo giocoforza per scontentare un po’ tutti. Stiamo normando la ricerca del tartufo, che è classificato come prodotto spontaneo, non un’attività produttiva. Ci sono in Toscana migliaia di persone che pagano un tesserino per fare la ricerca, come pure ci sono territori dedicati con tartufaie controllate e coltivate, dove si svolge una legittima attività imprenditoriale e si fanno interventi per salvaguardare questo bene. E, di fronte a 80 emendamenti, che andavano spesso in direzione contrapposta,  un punto di equilibrio non era facile trovarlo. Dei tanti aspetti migliorativi della nuova legge – ha proseguito Ceccarelli - sottolineo quello sui calendari, che stabilisce criteri di pari opportunità tra i cercatori delle diverse regioni. Una nuova legge era necessaria, che troverà nei regolamenti attuative la giusta concertazione con tutti i soggetti interessati. Non vogliamo oltraggiare nessun territorio e nessun cercatore, abbiamo solo ricercato un difficile equilibrio».

Insieme alla nuova legge, infine, è stato approvato, su proposta del gruppo Pd, un ordine del giorno che impegna la giunta regionale a rivedere la mappatura delle aree tartufigene, ad emanare un regolamento attuativo frutto del confronto con comuni e soggetti interessati, a mettere a bilancio 150.000 all’anno per gli interventi di valorizzazione e promozione, nonché a riferire annualmente alla commissione consiliare sull’utilizzo degli introiti derivanti dai tesserini dei cercatori.

«Come per tutte le leggi – ha concluso Ceccarelli – se ci sarà necessità, potremo apportare i necessari correttivi dopo la sua prima applicazione».

Redazione
© Riproduzione riservata
26/07/2023 18:43:43


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