Rubrica Lettere alla Redazione
Sulle vette le Croci no ma le mega pale eoliche si

Scalpore per la posizione del CAI contro le “Croci delle vette”
Ha fatto un po’ di scalpore la posizione del CAI contro le “Croci delle vette” e anche io sono stato abbastanza sorpreso, come abitante di una montagna che ha un simbolo storico-religioso-turistico (sic) nella Croce ultracentenaria del Sasso di Simone. Domenica scorsa c’è stata a Sestino una festa con l’Esercito di stanza nel poligono militare di Carpegna e al comandante il sindaco Franco Dori ha donato una riproduzione della Croce del Sasso di Simone. Si potrebbe raccontare una serie di episodi di questo genere, anche a dimostrare che quel simbolo, portato a spalle dai sestinati di allora, fu eretto sul Sasso di Simone nel 1913, e nessuno lo ha mai contestato. Anzi: un tornado invernale che l’aveva troncata ha visto una gara esemplare per ricollocarla al suo posto, con quel piccolo altare in pietra, dove ogni anno si celebra una grande festa di credenti, turisti, amanti della natura e della storia.
Ciò premesso leggo anche che un grande parco eolico, con mega/pale di 200 metri, verrà realizzato sui crinali appenninici, in più Comuni, ma ben 8 contro il Sasso di Simone, lungo lo splendido crinale che da Montefortino, comune di Badia Tedalda, giunge oltre il Poggio delle Campane, Comune di Sestino, passando lungo antichi tratturi preistorici, medievali, della transumanza, dei pellegrinaggi, sul percorso “legittimato” anche da Cosimo I e dal Granduca Pietro Leopoldo. Il Comune di Badia Tedalda, con i suoi 120 Kmq di territorio potrebbe anche sparpagliarle lontano dai suoi luoghi abitati – ma le vette sono sempre quelle - però Sestino con i suoi 75Kmq se li troverebbe tra le case. Ma il problema - a mio avviso – non è tanto questo quanto l’impatto ambientale, su una natura celebrata a lungo come particolarmente importante e simbolo di una “situazione di convivenza” tra “area mediterranea” e “area alpina”. Sembra che per “addolcire” il clima occorra uccidere la natura montanara, in quelle aree interne - da tutti corteggiate - dove forse basta, si pensa, distribuire qualche baiocco per avere consensi. Nel mare non si possono mettere ma sulle vette è una occasione straordinaria!
Forse qualcuno può obiettare che non è la prima volta che ciò viene tentato. Oltre vent’anni fa iniziarono i primi tentativi, e il mega-progetto di allora non andò in porto per vari motivi, compreso il fatto che ciò avrebbe comportato perfino lo sbranamento della Strada Provinciale per i lavori da fare. Fu però possibile accogliere le proposte per piccoli impianti, che oggi si vedono e non si vedono e che non hanno sconvolto l’assetto naturale delle vette, dei crinali, delle aree di accesso, dei substrati storico-archeologico-geofisici.
Spero che il problema possa essere affrontato con intelligenza e lungimiranza.
Giancarlo Renzi
Commenta per primo.