Rubrica Lettere alla Redazione
Dal castello di Monterone, il pensiero dell'ex sindaco di Sestino Giancarlo Renzi

"Valorizzare vita e storia di questo straordinario borgo"
Che Monterone, uno straordinario castello murato che sorge nel comune di Sestino, a confine con le Marche, fosse stato a lungo una “palestra” di Guelfi e Ghibellini – ancora tra Tre-Quattrocento - lo si sapeva da documenti e da uno splendido frontale di camino che immortale la pace tra le due fazioni, con due torri - una alla guelfa e una alla ghibellina con in mezzo una croce - ma che fosse in atto un rigurgito di tali radici storiche sembrava improbabile. Invece una lettera, a firma di Alfredo Baldisserri e a nome di altri concittadini, fatta giungere al sindaco di Sestino Franco Dori, dimostra che le radici storico/politiche non sono state del tutto disperse.
Ciò premesso credo che sia ottima cosa prendere atto di una situazione attuale di stallo che un monteronese – con altri sottoscrittori che hanno a cuore il proprio ambito di vita - ha pubblicamente manifestato con parole miti e piacevole conversazione con il sindaco di Sestino Dori; così come la consapevolezza che il “castello murato” di Monterone, avrebbe beni preziosi per una vita attiva, una economia da non sottovalutare, una capacità attrattiva come pochi.
Ma trovo – nella epistola citata – qualche argomento mancante, che sottolineo in breve, rischiando di non esprimere completamente la situazione.
Se è importante l’opera di una Associazione - come quella che esiste dal 1992 a Monterone - è più fondamentale ancora il ruolo - e il dovere - di quella amministrazione comunale nel cui ambito territoriale Monterone ricade. Pare, insomma, dal contesto letterario, che Monterone abbia una “amministrazione autonoma”, che sia una “repubblica” a se stante che dovrebbe essere governata dalla Pro Loco. Tanto è vero, che, nel citare esperienze e fatti veri, si citano solo - e in modo parziale – alcune iniziative realizzate - ma di fatto pluripartecipate – dalla suddetta “storica” ormai Associazione.
Chi avesse voglia di conoscere i percorsi che hanno portato Monterone ad essere intanto salvato urbanisticamente, valorizzato negli aspetti storici, culturali, turistici, occupazionali - dovrebbe partire almeno dal convegno ricordato nel volume “Monterone centro storico montano” del 1978, con una seconda edizione, ampliata, del 2008: il primo “centro storico montano”- appunto - riconosciuto in Toscana. Arrivarono finanziamenti e - tra amministrazione comunale e privati – Monterone fu salvato nel suo aspetto urbanistico e consegnato ai monteronesi di oggi con tutte le potenzialità di vita, anche se già era stato abbandonato per migrazioni e una parte dei casolari di cinta irrimediabilmente perduti. Ricordo, altresì, che successivamente fu creato un Ostello per la gioventù e per la ospitalità, oggi chiuso; restaurata la caratteristica piazza e il pozzo antico e ricreato un percorso circolare attorno al castello. Con l’apporto anche della diocesi è stata restaurata e messa in sicurezza la chiesa parrocchiale, con il bel quadro dell’Asssunta del fiorentino Mascagni e un prezioso organo del Settecento dei Fratelli Fedeli di Camerino. Nel frattempo la “fama” di Monterone si diffuse: emigrati e nuove persone - italiane e straniere- tornarono a Monterone o si insediarono a Monterone, partecipando attivamente alla sua vita. In occasione dell’Anno Santo del Duemila, Monterone – con la “Cappella Bendici” lasciata in lascito - fu assunta a prima stazione della “Via Romea dell’arte contemporanea”, sponsorizzata dal quotidiano “Avvenire”. Monterone è diventato nel frattempo anche Il “Castello del Liuto”, in virtù di due artisti venuti dalla Germania. Nel 2015 la “Bruschettata“ di Monterone fu portata all’Expò di Milano. E quando a Sestino si celebravano i “Festival del Cine-documentario”- in collaborazione con la Pro Loco non mancarono straordinarie serate realizzate tra le mura medievali di Monterone. Nel 2017 Monterone fu scelto per il progetto “LAB:SI”, per la gestione del rischio sismico, progetto di studi antisismici tra i primissimi in tutta la Toscana, realizzato dalla Università di Firenze.
Nella terra di Monterone, intanto, era sorta la più importante zona industriale non solo del comune di Sestino: ancora attivissima e che offre lavoro a residenti e a immigrati.
Questo succinto “memoriale” pluridecennale potrebbe essere ulteriormente approfondito. E se ha tra i protagonisti molti cittadini – monteronesi e non- ha certamente il “Genius loci” nelle amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1978 in poi. Mi piacerebbe sapere - amico scrittore – e credo che farebbe piacere anche ai lettori del giornale interessato al problema - quali fattori si possono inserire nel calendario degli eventi degli ultimi quattro anni.
Lieto - e pronto a correggermi se per distrazione non ho visto - e non ho ricordato – quanto eventualmente fatto non solo dalla “repubblica del castello” ma da tutti gli Enti interessati, per valorizzare vita e storia di questo straordinario borgo, che personalmente suggerirei anche al FAI, sono tra coloro che sono convinti che Monterone è una perla da valorizzare, importante per tutto il comune di Sestino.
(Giancarlo Renzi)
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