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Cina, morto a 96 anni l’ex presidente Jiang Zemin

Guidò il Paese nella transizione verso il mercato globale

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Èmorto all’età di 96 anni l’ex presidente cinese Jiang Zemin. Lo rende noto la tv di Stato Cctv. Jiang fu considerato un leader di transizione, perché riuscì a guidare la Cina fuori dall’isolamento mondiale, dopo la repressione del movimento democratico di Piazza Tienanmen nel 1989. Fu leader durante l’ascesa della Cina come potenza economica globale e urbanizzata negli anni ‘90 e supervisionò il ritorno delle colonie europee di Hong Kong e Macao al dominio cinese e l’ingresso di Pechino nell’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001. 

Il governo di Jiang continuo la repressione del dissenso interno: incarcerò attivisti per i diritti umani e per la democrazia, mise al bando il movimento spirituale Falun Gong, considerato una minaccia al monopolio del potere del Partito Comunista e fece reprimere con la forza tutte le proteste per l’indipendenza del Tibet.

Ondeggeranno bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici cinesi, le principali sedi del Partito comunista e del governo, per la morte dell’ex presidente. La direttiva, emanata dal comitato per l'organizzazione dei funerali, si applica da oggi fino alla fine dei funerali, il cui calendario non è ancora stato reso noto. 

L’ex leader cinese Jiang ha guidato la Cina attraverso l’era di trasformazione dalla fine degli anni ‘80 al nuovo millennio incluso il ritorno di Hong Kong da Londra alla sovranità di Pechino, è morto mercoledì a Shanghai all'età di 96 anni, stroncato dalla leucemia. Jiang prese il potere all’indomani della repressione di Piazza Tienanmen, ricostruendo i rapporti con gli Usa e il mondo occidentale, fino a guidare la nazione più popolosa del mondo verso un’ascesa che ha fatto dell’Impero di Mezzo la secondo potenza al mondo. «Il nostro compagno Jiang Zemin è deceduto a causa di leucemia e di una plurima insufficienza di organi a Shanghai alle 12:13 del 30 novembre 2022, all'età di 96 anni», ha riferito un lungo annuncio della Cctv, ricordando come «il compagno Jiang Zemin è riconosciuto dal nostro partito, dal nostro esercito e dal popolo di tutte le nazionalità come un leader eccezionale di alto prestigio, un grande marxista, un grande rivoluzionario proletario, statista, stratega militare, diplomatico e un combattente comunista di lunga data. Un leader eccezionale della grande causa del socialismo con caratteristiche cinesi, il nucleo del collettivo di leadership centrale di terza generazione del partito e il principale fondatore dell’importante pensiero dei “Tre Rappresentanti”. 

Quando Jiang ha sostituì Deng Xiaoping come leader nel 1989, la Cina era ancora nelle prime fasi della modernizzazione economica e quando si ritirò, nel 2003, il Dragone era membro dell'Organizzazione mondiale del commercio, si era assicurato le Olimpiadi del 2008 di Pechino e il Paese era sulla buona strada per diventare una superpotenza, guardando con ottimismo verso il mondo esterno. Jiang e la sua fazione, la cosiddetta “Shanghai Gang”, diedero centralità a una città e un'area di avanguardia delle politiche poi applicate nel Paese, continuando a esercitare influenza sulla politica comunista anche dopo aver lasciato i vertici. Assente al XX Congresso del Pcc di ottobre, con le indiscrezioni che lo davano alla prese con una malattia, Jiang lascia la moglie Wang Yeping e due figli.

«Da sincero amico del nostro Paese, Jiang Zemin ha dato un contributo inestimabile allo sviluppo delle relazioni russo-cinesi portandole al livello di una partnership affidabile e a un'interazione strategica». È quanto afferma il presidente russo Vladimir Putin in un messaggio di condoglianze per la morte dell’ex presidente cinese.

Le critiche sui social e la censura
I commenti dei cittadini cinesi sulla morte dell’ex presidente e leader Jiang Zemin finiscono nelle maglie della censura. Su Weibo, il Twitter in mandarino, un tentativo di post sull'account del network statale Cctv è negato perché «nel contenuto sono presenti informazioni che violano le leggi». Al momento, solo gli account con la “Blue V”, in prevalenza istituzionali, possono parlare della morte di Jiang. Nei giorni scorsi su Twitter, sulle proteste anti-Covid dello scorso weekend, erano apparsi post che ricordavano come la morte del leader riformista Hu Yaobang (15 aprile 1989) avesse dato il via alle proteste di Piazza Tienanmen.

Notizia e foto tratte da La Stampa
© Riproduzione riservata
30/11/2022 14:23:26


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