L'odissea infinita della superstrada Due Mari: la galleria della Guinza non è agibile

I sei chilometri della Guinza fanno parte di 95 chilometri tra Selci Lama e Fano
Superstrada Due Mari: l’eterna incompiuta dove se ne parla solo nelle campagne elettorali. Quarant’anni di promesse e di progetti ma di fatti ne abbiamo visti ben pochi. In estate è arrivato un nuovo disco rosso per quella che rappresenta lo snodo centrale e anche il simbolo dell’incompiuta: la galleria della Guinza. Il consiglio superiore dei lavori pubblici, su richiesta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha emesso un parere negativo sull’utilizzabilità immediata del traforo, lungo 6 km, di cui è stata costruita una sola canna ma non è stato mai aperto al traffico. Il dossier è all’attenzione degli uffici dell’assessorato ai Trasporti della Regione Umbria. Il problema, spiegano i tecnici di Palazzo Donini, è legato alla sicurezza. Vigente la nuova normativa anti incendi, che prevede la presenza camere di sovrapressione per le gallerie più lunghe di 4,5 km, l’apertura non sarebbe tecnicamente compatibile. Due anni fa è stata ipotizzata una procedura in deroga, con un solo senso di marcia dalle Marche all’Umbria (ripiegando sul vecchio tracciato per il senso opposto) e una corsia lasciata come emergenza, proprio per cercare di sciogliere tutti i nodi sul fronte sicurezza. Ma non è bastato. Due anni prima (2018) si era pensato al senso unico alternato: bocciato. Sono in corso contatti con il commissario straordinario della Due Mari, Massimo Simonini, che è anche ex amministratore delegato e ex direttore generale Anas, per trovare una via d’uscita. Il parere sarebbe non vincolante e quindi con gli opportuni accorgimenti la fruibilità immediata non è una chimera. E’ questo l’obiettivo del commissario.
Altrimenti bisognerà attendere altri decenni per la costruzione del secondo tunnel per l’apertura al traffico. Manca anche un parere- neanche questo vincolante - sul fronte ambientale. La Regione Umbria, a partire dal 2019, ha spinto per lo sblocco dei cantieri. L’assessore Enrico Melasecche ha un incontro tecnico Lo scorso aprile la seconda canna è stata inserita nel fondo di progettazione Anas. Il Ministero delle Infrastrutture ha autorizzato l’anticipazione delle risorse per la progettazione del completamento a 4 corsie del tratto della E78 fino a Mercatello Ovest. Si spera che l’iter abbia tempi più rapidi del precedente. Nel frattempo la Guinza resta inutilizzata e inutilizzabile. Eppure è lo snodo fondamentale della strada traseuropea E78, che permette l’attraversamento veloce dell'Appennino umbro-marchigiano, fra Bocca Trabaria a nord e Bocca Serriola a sud. I sei chilometri di Guinza fanno parte di 95 chilometri tra Selci Lama (E45) e Fano di cui solo 33 sono conclusi e aperti al traffico, tra Santo Stefano di Gaifa e la stessa Fano. Gli altri 62 sono suddivisi in dieci lotti. La cui appaltabilità va tra il 2021 e il 2023.
Qui l'unico segmento completato va dalla Guinza a Mercatello sul Metauro. Ma non è in esercizio, in quanto la funzionalità è legata al lotto precedente: la galleria. Nel 1990 non sono mancati comunicati di giubilo per l'avvio dei lavori, nel 2003 brindisi per la fine del traforo, il superamento dell'ultimo diaframma. 350 miliardi di vecchie lire spesi. Poi però sono finiti i soldi e la proposta di project financing è rimasta lettera morta. Tra le polemiche si è arrivati al 2018, quando la proposta di senso unico alternato è stata bocciata dallo stesso consiglio dei lavori pubblici. Ora il nuovo stop.
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